In tempi come gli attuali, nei quali, in generale, non è facile guardare al futuro con ottimismo, risolleva il morale venire a contatto con realtà come Banca d’Alba che, oltre a godere di ottima salute, confermano come in questa parte del Piemonte, non per fortunate congiunzioni astrali, bensì per questioni che attengono alla genetica, non si molli mai e, anzi, si tenda a trarre ulteriore vigore dalle avversità chi si parano davanti, invece di fermarsi a recriminare e piagnucolare.
Ma è meglio passare ai numeri, espliciti più d’ogni commento.
L’istituto di credito cooperativo guidato da Tino Cornaglia ha chiuso l’ultimo esercizio con volumi pari a 9,4 miliardi di euro, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente.
L’utile di esercizio nei dodici mesi si è attestato su 14 milioni e il patrimonio è salito a 319 milioni di euro, dopo aver effettuato accantonamenti come sempre molto prudenziali.
Il Tier1, cioè il principale indicatore di solidità, si conferma superiore al 14%, ben al di sopra della soglia richiesta (8,2%).
Il direttore generale, Riccardo Corino, afferma: «Proprio i numeri confermano il ruolo fondamentale di Banca d’Alba a sostegno dell’economia dei nostri territori: in dodici mesi sono stati stipulati 1.273 mutui casa alle famiglie, erogati crediti a duemila imprese, concessi in tutto 460 milioni di nuovi finanziamenti».
Le sofferenze all’1% testimoniano la qualità del credito erogato, il quale nel 2018 ha visto un aumento del 5%, proseguendo un “trend” di finanziamenti ben superiore alla media nazionale.
La capacità di “fare credito”, a conferma dell’“incipit” di questo articolo, non si è interrotta nel periodo di crisi e ha agevolato la ripresa dell’economia locale.
Sono aumentati anche i clienti che oggi sono 156.000, con una crescita continua tanto nei territori “storici” di Banca d’Alba quanto nelle aree di più recente insediamento, come Torino (città e provincia), il Canavese e il Verbano (qui, in particolare, a seguito dell’incorporazione di Rivabanca), la Liguria e l’alessandrino.
Corino sottolinea inoltre: «Consapevoli e convinti dell’importanza per le nostre imprese di aprirsi al commercio internazionale, abbiamo accompagnato le aziende del territorio ad affrontare nuovi mercati con i servizi offerti dal nostro Ufficio estero, In questo àmbito nel 2018 abbiamo gestito flussi commerciali per 1,9 miliardi di euro».
L’anno scorso sono aumentati gli investimenti in innovazione, adottando strumenti tecnologici sempre più rapidi ed efficienti nelle filiali (aree “self” e casse automatiche assistite) e nell’operatività “remota” (app, internet “banking” evoluto).
Tutto questo per offrire un servizio sempre più completo ed efficiente alle famiglie e alle imprese, tenendo ben ferma l’importanza di intensificare la relazione diretta con le persone, «perché non siamo “robot”», è il pensiero espresso da Corino.
Il presidente, Tino Cornaglia, analizza la chiusura del triennio che, seguendo le linee guida del Consiglio d’amministrazione da lui guidato, ha registrato importanti risultati positivi: «Nella nostra compagine sono entrati ottomila nuovi soci, abbiamo contato 19.000 nuovi clienti e l’incremento di un miliardo di euro dei volumi attivi, con oltre 37 milioni di utili netti e un rafforzamento patrimoniale e prudenziale che consentirà di pianificare una nuova crescita, equilibrata e sostenibile, per la nostra banca».
Un punto d’orgoglio da sempre è rappresentato dai soci sotto i 30 anni d’età, linfa vitale per il futuro dell’istituto di credito cooperativo, passati in tre anni da 8.659 a 9.928, tenendo presente che nello stesso periodo da tale novero sono usciti, per questioni di età, circa 3.000 soci.
Cornaglia non dimentica il fiore all’occhiello di Banca d’Alba nel costante scambio mutualistico con i soci: i centri medici fisioterapici e la prevenzione sociosanitaria gratuita, anche nelle scuole. Nel triennio i centri hanno accolto 23.447 soci, per un totale di 400 mila prestazioni sanitarie tra visite mediche e terapie fisioterapiche, ed è stato aperto un centro medico a Torino, aggiuntosi a quelli di Asti, Vezza, Gallo e Albenga che quest’anno festeggia i dieci anni di attività.
Il Presidente durante la conferenza stampa indetta nel castello di Grinzane (dopo quelle organizzate a Vezza d’Alba per il bilancio 2016 e a Diano d’Alba per quello del 2017), ove permane l’aura di Camillo Benso conte di Cavour, promotore tra l’altro dei primi moderni istituti di credito a Genova e a Torino, destinati a confluire nella Banca nazionale degli Stati sardi che in seguito divenne la Banca d’Italia, ha ricordato come sia stato un triennio non facile, a seguito di una difficile e tortuosa ripresa economica: «Ma con umiltà, disponibilità, responsabilità, serietà, senso del dovere e, mi sia permesso, anche buona capacità, possiamo dire che siano stati tre anni positivi. è stato possibile grazie alla preziosa e professionale collaborazione della Direzione generale e di tutti i collaboratori (oggi sono 469, attivi in 73 filiali; erano 457 e 70, ndr), con cui abbiamo sempre condiviso la comunanza di intenti e, soprattutto, il senso di appartenenza al nostro istituto, a cui tutti siamo intimamente legati, e una simbiosi permanente con i soci e con il territorio in cui operiamo».
Cornaglia può pertanto evidenziare come «il numero attuale di 56.322 soci si raggiunga soltanto creando una comunità, ascoltando i bisogni delle persone e delle aziende, diventando un’antenna sul territorio. Crescendo insieme ogni giorno, insomma».
La missione di entrare nel Dna della popolazione, perseguita dal presidente onorario, Felice Cerruti, pare andata a buon fine.
Banca d’Alba cresce con le persone e con il territorio
L’esercizio 2018 chiuso con volumi pari a 9,4 miliardi di euro e un utile di esercizio di 14 milioni, mentre non viene meno l’impegno per la collettività e il sociale