Dando seguito al Piano provinciale quinquennale per il controllo del cinghiale, approvato nei giorni scorsa dalla Provincia, si è svolto giovedì 18 aprile nella sede di Cuneo l’incontro per presentare i corsi di abilitazione per l’impiego degli impianti di cattura e per i controlli selettivi da parte dei proprietari e dei conduttori di fondi.
Erano presenti i rappresentanti di tutti gli Atc (Ambiti territoriali di caccia) e Ca (Comprensori Alpini), insieme ai rappresentanti delle categorie agricole Coldiretti, Cia e Confagricoltura.
“La Provincia – ha detto il consigliere provinciale delegato alla Caccia Pietro Danna – da attuazione alle indicazioni regionali coinvolgendo tutti i soggetti interessati, Atc, Ca e associazioni agricole per concordare tali corsi di formazione. Siamo l’ente coordinatore ed è nostra intenzione ascoltare le richieste e le proposte che arriveranno dalla base per predisporre corsi brevi e snelli così da limitare i danni agricoli provocati dai cinghiali che rappresentano il 28% del totale degli incidenti stradali causati da selvatici”.
Il dirigente del Settore Alessandro Risso ha poi illustrato il percorso di formazione che prevede una parte teorica ed una pratica, distinguendo anche le varie modalità di cattura. I corsi di formazione per i proprietari o conduttori dei fondi avranno lo scopo di assicurare che il personale scelto, oltre a disporre delle necessarie autorizzazioni, sia opportunamente preparato. I contenuti della proposta dei corsi sarà ora esaminata da Atc, Ca e categorie per poi essere sottoposta ad approvazione e quindi realizzata.
Si ricorda che negli ultimi sette anni (2010-2017) sono stati rilevati in provincia di Cuneo danni agricoli causati dalla fauna selvatica per un totale di 2,5 milioni di euro. Tra i selvatici più presenti in provincia di Cuneo ci sono, appunto, i cinghiali soprattutto nelle zone collinari (in particolare Langhe e Alta Langa) e di montagna, ma anche in pianura dove ci sono coltivazioni intensive o in zone antropizzate dove trovano rifiuti alimentari. I danni causati all’agricoltura dal solo cinghiale sono stati quantificati nel 2017 in quasi mezzo milione di euro, pari a quasi il 63% del totale dei danni causati dalla fauna selvatica nella Granda.
L’attività di contenimento del cinghiale è affidata, oltrechè al prelievo venatorio da parte dei cacciatori di Atc e Ca, anche alla cattura con apposite gabbie e all’abbattimento in attività di controllo da parte delle guardie venatorie della Provincia, guardie forestali e guardie comunali munite di licenza per l’esercizio venatorio, proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio. L’attività di controllo può essere effettuata dai proprietari o conduttori dei fondi, al fine di contenere i danni agricoli, attraverso cattura o abbattimento sui fondi, previo corsi di abilitazione.
c.s.