Una sola cosa, a pro­posito del­l’A­sti-Cu­neo, oggi è chiarissima: qualcuno fa­rà una figura di “pauta” tale per cui dovrebbe nascondersi anche se, essendo una questione fra po­litici, sarà trovato un modo disinvolto per cercare di occultare u­no smacco che fra i comuni mortali sarebbe insopportabile.
Un po’ meno chiara, ma si sta delineando all’orizzonte quando scriviamo (venerdì mattina) e forse sarà stata decisa o annunciata quando la rivista sarà in mano ai lettori, è l’ipotesi che si arrivi alla crisi di governo.
Il che di certo rimetterebbe sotto naftalina il faldone i­nerente all’autostrada, lasciandolo in eredità all’Esecutivo sub­entrante.
Co­sicché il “loop” trentennale ri­prenderà e la presa per i fondelli vivrà l’ennesima puntata, condita da nobili parole e “formali im­pegni” e “segnali d’attenzione”.
Per ira c’è da segnalare l’ennesimo botta e risposta fra gli esponenti del Pd e i grillini.
L’attacco è stato questo: «La verità è che non c’è nessun cantiere pronto a partire sull’Asti-Cuneo, nessuna autorizzazione firmata, ma solo un’interlocuzione aperta: To­ninelli si è infilato nel lim­bo delle trattative per cambiare l’accordo di “cross financing” e nessuno, nemmeno a Stra­sbur­go, sa quanto ci vorrà per uscirne», parole di Chiara Gribaudo, deputata dem, pronunciate nella sala stampa del Parlamento di Stra­sburgo, dopo un incontro informale con le istituzioni europee avuto con il sindaco di Cu­neo Federico Borgna e l’eurodeputato Daniele Viotti, per chiedere lumi sulle dichiarazioni del Mi­nistro a proposito della A33.
«I cantieri con il progetto di Del­rio avrebbero potuto partire nel 2018, mentre adesso non apriranno mai entro l’estate come promesso dal Ministro delle in­frastrutture e dal “premier” Con­te nella comparsata nella Gran­da. Ve­de­re un operaio a Che­ra­sco prima del 21 giugno è impossibile, a meno che non si torni alla soluzione precedente», ha dichiarato la parlamentare. «L’at­tesa prolungata di oltre un mese ci fa credere che i sospetti fossero fondati, e nell’incontro ci sono state confermate delle perplessità: aumentare il valore di subentro, che supererebbe gli 800 milioni di euro, non tutelerebbe la concorrenza nel settore autostradale. Il viceministro Edoardo Rixi ha detto di essere favorevole all’accordo raggiunto da Delrio: invece di fare battute sul Pd, che fa anche il suo lavoro per capire cosa stia succedendo, potrebbe far venire Toninelli a più miti consigli e riprendere in mano la proroga già concessa che consentiva quasi 400 milioni di euro di finanziamento. Noi lo faremo: presenteremo una doppia interrogazione, Daniele Viot­ti alla Commissione Ue e io alla Ca­mera, per chiedere a che punto sia la documentazione, che al Ci­pe era totalmente assente. Vorrei che il Ministro si fermasse, portasse al Cipe il progetto Delrio e facesse partire i cantieri. I cittadini di Cuneo pagano 100 milioni l’an­no di sovraccosti per la mancanza dell’infrastruttura: non possono più aspettare, e di certo non possono adeguarsi alle esigenze di propaganda di questo Governo».
C’è giusto da segnalare che si gio­ca anche sulle parole, visto che “entro l’estate” non era inteso, dal Governo, come “entro il 21 giugno”, ma tant’è.
La replica di Fabiana Dadone, collega di Gribaudo, ma del M5S, non si è fatta attendere.
La monregalese ha scritto sulla propria pagina Facebook: «Men­tre i rappresentanti del Pd cuneese volano in gita a Stra­sburgo, con­tinuando imperterriti la campagna elettorale a discapito della Granda, Toninelli va avanti nella discussione con il con­cessiona­rio, proprio come aveva detto».
Segue il comunicato del Mini­stero: «Il perfezionamento dell’accordo per il completamento dell’Asti-Cuneo è alle battute finali. Alla presenza del ministro Danilo Toninelli, si è tenuta una riunione con il concessionario in cui ci si è confrontati sugli ultimi ritocchi al Piano economico-fi­nanziario in base alle prime indicazioni arrivate dall’Autorità di regolazione dei trasporti. La so­cietà ha confermato che sono partite e vanno avanti tutte le o­perazioni necessarie per l’effettiva ripresa dei lavori e che, dunque, la riapertura dei cantieri già ora è stata predisposta. Nel giro di pochi giorni ci sarà un nuovo incontro in cui le parti auspicano di chiudere l’accordo da formalizzare nel primo Cipe utile, così da raggiungere il comune intento di sbloccare velocemente un’o­pe­ra ferma da tempo. Il Mi­ni­stero ribadisce che l’operazione di finanziamento incrociato è coe­rente con il quadro normativo vigente e con precedenti indicazioni della Commissione europea già acquisite, che l’entità dell’indennizzo da subentro previsto per la Torino-Milano è compatibile con gli orientamenti e­spressi dall’Ue in passato e che risulta sostenibile in relazione all’elevata capacità di autofinanziamento del concessionario e significativamente inferiore a quelli riscontrabili su società concessionarie scadute di recente e oggetto di gara, come la Sam e Autostrade centro padane. Il piano per il completamento del­l’Asti-Cuneo non necessita di autorizzazione preliminare da parte dell’Ue, bensì di una mera informativa da parte dell’Italia che verrà inviata alla
Commis­sione europea in questi giorni».