Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, è stato l’ospite di spicco del convegno dal titolo “Etica, Economia e Responsabilità Sociale dell’Impresa” andato in scena lunedì 6 maggio nel teatro “Magda Olivero” di Saluzzo. L’evento, organizzato dalla Diocesi di Saluzzo e dalla Caritas diocesana insieme al Campus di Management ed Economia di Cuneo, ha avuto uno dei momenti più attesi nella prolusione introduttiva del cardinale Sepe.
L’arcivescovo di Napoli è partito dall’espressione usata da Papa Francesco di “cultura dello scarto”: “E’ il concetto che porta ad eliminare ciò che non ha valore e che non serve, o ad escludere i figli di un Dio minore, quelli che non sanno far nulla. Ma perché bisogna escluderli? Accettarli così come sono è una questione di rispetto della dignità umana. Nessuno va buttato alle ortiche, bisogna dare sostegno a chi è più fragile, ma non solo: è necessario far sì che i cosiddetti scarti diventino un punto di forza”.
Poi il cardinale Sepe ha parlato del ruolo delle imprese nella nostra economia: “La nostra società avverte un indistruttibile bisogno di verità: la volontà di estendere questa logica anche alle imprese è un processo importante e lodevole, che porta alla responsabilità sociale dell’impresa stessa. In Italia c’è una nuova sensibilità da questo punto di vista, anche perché la responsabilità sociale conduce ad una migliore gestione operative delle imprese. Non solo: oggi anche il consumatore è sempre più convinto che l’impresa rispettosa dell’aspetto sociale ed etico sia un valore aggiunto. Ha smesso di essere un utente passivo, trasformandosi in un soggetto attivo, protagonista e critico.”. In conclusione, “il passaggio da una società liquida ad una etica è necessario”.