“La lotta per l’infanzia e per i suoi diritti e la lotta per la sicurezza devono, in questo momento e ancora di più nel futuro, coinvolgere tutti noi nel nome della piccola Noemi. Mi auguro che, a prescindere dalla lista di appartenenza politica e dalla circoscrizione geografica in cui ci si candida, tutti noi, impegnati adesso a chiedere il consenso e la fiducia dei cittadini per le elezioni del 26 maggio, siano esse europee, regionali o comunali, si possa lavorare uniti per impedire questo massacro silenzioso ai danni dell’infanzia e dei nostri bambini. Verso di loro, abbiamo la precisa responsabilità di combattere chi sta portando via il futuro dal punto di vista della speranza, delle attese per il futuro e della stessa vita“.
Lo dichiara Gianna Gancia, candidata per la Lega alle elezioni europee del 26 maggio, con riferimento alla tragedia della bimba di 4 anni che a Napoli sta lottando per la vita in ospedale.
“Chi come la sottoscritta ha portato avanti, nel Consiglio regionale del Piemonte, la battaglia a favore degli orfani del femminicidio, simbolo delle vittime più innocenti e incolpevoli delle altrui violenze, ha il dovere di fare di tutto per impedire che la cultura del sopruso, ovunque si annidi, tra le mura domestiche o tra i vicoli delle strade, segni per sempre la vita psicofisica dei nostri bambini e ragazzi. Perché una pallottola vagante, piuttosto che una botta mortale inferta contro la propria madre, sono entrambi la conseguenza dello stesso male sociale, il cui conto viene fatto pagare ai soli che non hanno alcuna colpa, se non quella di trovarsi nel luogo e nel contesto sbagliati.
La difesa dei diritti dell’infanzia e dei bambini deve essere una priorità europea, perché molto spesso il bullismo parte dal mondo dei grandi creando un clima di violenza vagante di cui una pallottola o un femminicidio sono le espressioni più orribili, risultato di un clima contro cui tutti siamo chiamati a impegnarci a prescindere dal luogo della tragedia.
Per questo motivo invito tutti a pregare per la piccola Noemi e per tutte le giovanissime vittime di quella violenza vagante alla quale stiamo rischiando di abituarci e di far abituare le vittime più deboli e più innocenti“.