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Cherasco: la mostra Boom chiude con una festa

La mostra “Boom! Italia 1950-1966”, dopo essere stata visitata da oltre 6.000 persone, domenica 16 giugno 2019 chiude con una festa di musica e balli “Dancing Anni ’50 – ‘60”.

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Inaugurata il 6 aprile a Palazzo Salmatoris, la mostra “Boom! Italia 1950-1966”, dopo essere stata visitata da oltre 6.000 persone, domenica 16 giugno 2019 chiude con una festa di musica e balli “Dancing Anni ’50 – ‘60”.

L’allegro appuntamento, aperto a tutti, è alle ore 18 nella piazza del Municipio di Cherasco con Davide Motta Fré e Martina Tosatto che faranno ballare le canzoni del “Boom!”. Durante il tardo pomeriggio sarà offerto un buffet.

Per chi non avesse ancora visitato la mostra si ricorda che racconta in un allestimento divertente, ricco di sorprese e pezzi unici l’avventura di una generazione “povera ma bella”, che dovette convivere con quella precedente nel suo aspetto borghese, benestante ed elegante: entrambe impegnate a conquistare le infinite meraviglie che a tutti offriva un tempo nuovissimo, in cui ogni cosa sembrava possibile.

In BOOM! Italia 1950 – 1966 ognuno può fare il suo percorso in un allestimento che coinvolge e diverte, trovare il suo mondo e scoprire le proprie passioni – dalla moda alla cultura, dal sociale alla tecnologia, dall’arte alla musica – in un tempo che appare lontano, ma che è il vero fondamento della cultura di oggi.

Narra questa progressiva trasformazione, proponendo, nella sede di Palazzo Salmatoris a Cherasco, la ricostruzione di una abitazione, di una scuola, di un ufficio, delle attività sportive; ma anche i momenti ludici del bar, del pomeriggio in sartoria o sulla spiaggia. Sono esposti inoltre in uno spazio speciale documenti che attestano i momenti di grande impatto come il Centenario dell’Unità d’Italia – Italia ’61, e il Concilio Vaticano II.

Il leitmotiv narrativo della mostra sono i giornali, quotidiani e settimanali ritornati finalmente liberi e propositivi: le splendide tavole della Domenica del Corriere e del Corriere dei Piccoli – vera storia illustrata dell’epoca; le prime pagine, con titoli a caratteri cubitali de La Stampa; le fotografie d’epoca, le locandine cinematografiche e tutti quegli oggetti, utili, ma trasformati da un nuovissimo concetto di design, che avrebbero trasformato radicalmente l’estetica stessa del vivere comune.

Tantissimi gli “imperdibili” di una mostra curiosa, costruita sulla passione di collezionisti meticolosi e appassionatissimi che hanno messo a disposizione il frutto di anni e anni di ricerche, così come sulla collaborazione di prestigiosi musei e fondazioni. Fra i molti, per il design, alcuni mobili disegnati da Ettore Sottsass per la ABET LAMINATI, il primo computer del mondo Olivetti, la mitica P 101, e le primissime lavatrici a mano. Ricchissima la sezione dedicata all’editoria, con le prime edizioni degli straordinari libri di autori italiani editi in quegli anni, come L’orologio di Carlo Levi, o De Profundis di Salvatore Satta, fotografie degli anni che avrebbero dato il via al Boom!, ma anche tantissimi giornali di moda e costume dell’epoca. E poi capi d’abbigliamento, oggetti come le calze nere delle Sorelle Kessler che, imposte dalla censura a Canzonissima, divennero oggetto iconico per eccellenza. E ancora: i manifesti e le locandine della stagione cinematografica del neorealismo che si mescolano in un viaggio nella memoria scandito dalle copertine del Corriere e de La Stampa che ricordano avvenimenti come l’alluvione del Polesine, il crollo della diga del Vajont, la liberazione di Trieste, le Olimpiadi di Roma 1960 alle Copertine del Corriere dei Piccoli con le imperdibili “avventure del Signor Bonaventura”.

Testimonianze dei movimenti artistici del tempo e i libri dei grandi premi letterari convivono con i fumetti finalmente leggibili senza censure, con le illustrazioni pubblicitarie, con i caroselli televisivi. E con le canzoni, le tante canzoni scritte da poeti, oppure da moderni giullari da spiaggia; canzoni dal ritmo sempre più sincopato e cosmopolita, più irrequieto e internazionale: Claudio Villa, Pino Donaggio, Gino Paoli, Mina, Carosone, Celentano, e i complessi italiani, figli dei Beatles e dei Rolling Stones.

«La mostra sta riscuotendo un grandissimo successo – dice il curatore Flavio Russo – soprattutto nei fine settimana abbiamo l’intasamento nelle storiche sale del palazzo; tanti tanti bambini che arrivano con la famiglia curiosi di vedere cose che per loro sono delle novità. I commenti di chi ha visitato sono molto positivi; è una esposizione curiosa che va bene per tutte le età, molto apprezzata da coloro che quegli anni li hanno vissuti. Mi viene in mente una coppia che a fine percorso, nella sala dedicata alla ricostruzione del “Diamant”, la discoteca di Bra, ho trovato abbracciata a ballare con gli occhi lucidi dalla commozione, sicuramente sull’onda dei tanti ricordi di gioventù!»

La mostra, organizzata dall’Associazione “Cherasco 1631” e supportata da Banca di Cherasco, è curata dal suo Presidente Flavio Russo; l’allestimento tecnico dall’Ing. Giovanni Fornaca, con la collaborazione di Riccardo Aimone, Marzio Avalle, Silvano Bottacin e Piero Gandino. La ricerca e la schedatura delle opere d’arte è firmata da Cinzia Tesio, tradizionale curatrice della grandi mostre d’autunno cheraschesi.

Fra i prestatori privilegiati il Museo Lavazza, il Museo Abet Laminati, il Museo della Scrittura Meccanica di Bra, il Gruppo Miroglio, L’Associazione Ruote d’Epoca di Cherasco,  la Biblioteca Arcivescovile di Torino, l’Associazione “ALEC” Gianfranco Alessandria di Alba (materiale cinematografico), Marco Cicolini – Libreria Antiquaria  Piemontese di Torino,  Il Museo del Giocattolo di Bra, la Biblioteca Civica di Bra, il Fondo “Diamant” di Lucetta Cravero , il Motor Retrò di Fossano e Il Museo della Bicicletta di Bra, la Collezione Pascale di Cuneo,  il Match Ball Tennis  Club di Bra , Riccarda Guidi Bravi, il Fondo “Amici della Lirica” di  Bra, gli ‘Amici di Italia ‘61’ di Torino,  lo Sci Club di Bra, l’Hockey Club Bra,  nonché una nutrita serie di prestatori privati specializzati.

cs