Non si può certo dire che nel nostro Paese la massoneria goda di “buona stampa”, anzi periodicamente viene additata quale responsabile principale di quasi tutti i mali.
Vi è qualcuno che intravede l’ombra dei “fratelli” dietro tutti i complotti più funesti per l’Italia di svariati decenni e non mancano proposte per la messa al bando dell’organizzazione.
I massoni si difendono ribadendo la liceità del proprio operato e la specchiatezza degli ideali da coltivare, negando di essere una società segreta dedita a oscuri maneggiamenti e sostenendo di subire vere e proprie persecuzioni che durano da secoli.
Siccome il compito di un giornale dovrebbe essere far sentire le diverse “campane” e non emettere sentenze precostituite, ecco la “ratio” di questa intervista.
Leo Taroni rappresenta il vertice della Piramide rituale scozzese, che dal quarto arriva sino al trentatreesimo grado, ovvero l’evoluzione e il perfezionamento del pensiero massonico dei primi tre gradi della cosiddetta massoneria simbolica. Contando sul bagaglio culturale del Sovrano Gran Commendatore quale strumento di analisi, gli abbiamo proposto alcune domande.
Benedetto XVI parla di “collasso morale” dell’uomo e della Chiesa, indicandone la causa nella rivoluzione dei costumi a partire dalla contestazione del ’68. Umberto Galimberti ha indicato nella corruzione dei costumi e nella perdita della disciplina la causa della decadenza della civiltà. Qual è, secondo il punto di vista del massone, la cura al problema e… ne esiste una?
«Non penso che vi sia una rivoluzione dei costumi, bensì un’involuzione, con la totale mancanza di princìpi o, peggio ancora, la loro dispersione in turpi baratti quotidiani. Mi spiace che il Papa emerito riscontri un collasso morale nella sua Chiesa, manifestatosi peraltro con i recenti casi, amplificati dai media, nei quali è stato coinvolto il clero in diverse parti del mondo, con il conseguente esborso di considerevoli somme per risarcire i danni morali e fisici subìti dai fedeli. Non ritengo che la corruzione dei costumi e la perdita della disciplina siano le concause della decadenza della civiltà. Penso, piuttosto, che siano le risultanze della perdita dei valori di rispetto e di educazione morale e civile che dovrebbero albergare in ogni nucleo familiare. Esso è rappresentabile come una loggia: è necessario che i genitori diano princìpi, linee guida (in massoneria sono i “landmarks”), così come in loggia i nostri fratelli sono amorevolmente, ma costantemente e seriamente, seguiti dal proprio maestro venerabile. Non possono essere formati buoni cittadini, se il nucleo originario non educa al principio di reciprocità. Un tempo, mio padre mi ribadì: “La tua libertà termina dove inizia la libertà altrui”. Nel mondo profano, sento spesso discettare impropriamente sull’importanza della tolleranza. Il vocabolo si presta a varie interpretazioni, la più frequente delle quali è quella di essere indulgenti con gli errori o i difetti altrui. Non amo questa interpretazione, perché è deviante rispetto a ciò che intendo per libertà, la quale presuppone la reciprocità. Nei miei lontani studi sentivo affermare: “Mens sana in corpore sano”. Come possiamo pretendere che il mondo funzioni se alla base c’è il “caos”?».
Nel 2016, l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha indicato l’Italia come ultima in Europa per la comprensione dei testi scritti, cioè per la capacità di lettura dei cittadini. Qual è il suo giudizio?
«A fianco di quanto appurato dall’Ocse, secondo gli ultimi dati dell’Istat (Istituto nazionale di statistica), i giovani italiani usciti dalla terza media hanno un tasso di ignoranza preoccupante, soprattutto per quanto concerne la comprensione e l’analisi di un testo letterario e la capacità di risolvere problemi matematici. Secondo il rapporto Sdg
(Sustainable development goals), il 34% degli studenti al terzo anno della scuola media “non raggiungono un livello sufficiente di competenza alfabetica”. A livello grammaticale, gli errori sono più frequenti, facilitati dall’uso massivo del linguaggio digitale che sta
rimpiazzando l’italiano letterario (“xké” al posto di “perché”, “cmq” al posto di “comunque” ed “emoticon” a non finire). Il depauperamento grammaticale si riflette a livello di contenuti. Il rapporto Sdg denuncia che i giovanissimi italiani riescono a decodificare solo brani semplici e con informazioni esplicite. Se devono analizzare un testo nella sua globalità ed estrapolarne i significati non espliciti, restano spiazzati. La mancanza di strumenti
potrebbe essere imputata all’avvento dei “social”, amatissimi dagli adolescenti, che fanno dell’istantaneità la principale forma di esistenza. Di conseguenza i contenuti che richiedono più di pochi secondi per essere metabolizzati escono dal campo di interesse, a discapito della capacità di analisi e di approfondimento dei giovani. I dati sono tanto più allarmanti, se si considera che l’istruzione figura al quarto posto dei 17 obiettivi della vita economica e sociale del sistema Italia, secondo l’Istat. L’“istruzione di qualità per tutti” è subordinata alla lotta alla povertà, alla lotta alla fame e per il benessere e la salute. Come sempre, la soluzione del problema consiste nella valutazione della sua priorità. Senza il continuo
aggiornamento culturale, permarranno povertà e fame. Il benessere e la salute sono indissolubilmente connessi alla disponibilità ad apprendere, a scoprire le potenzialità della mente alle conquiste economico-sociali a cui può condurre un pensiero educato dall’arte, dalla letteratura e dalla scienza».
Cosa pensa dell’aumento del numero dei ragazzi tra i 14 e 19 anni che tentano il suicidio?
«Ho letto che, secondo l’Osservatorio nazionale adolescenza, i tentativi di suicidio da parte dei “teen-ager” dal 2015 al 2017 sono quasi raddoppiati. E il 24% degli adolescenti avrebbe pensato, almeno una volta, a un gesto estremo. L’adolescenza è un periodo dello sviluppo in cui avvengono importanti cambiamenti: nel corpo, nei pensieri e nei sentimenti: si è preda di forti sentimenti permeati dalla confusione e dalla paura. Per alcuni i normali cambiamenti dello sviluppo, se aggravati da altri eventi familiari o amicali, possono essere sconvolgenti. I problemi possono sembrare troppo difficili o imbarazzanti da superare, e il suicidio può apparire una soluzione. è anche un modo per richiamare l’attenzione degli
adulti, se ci si sente abbandonati da questi! Oltre a questi elementi psicologici sono presenti, a mio avviso, fattori esterni deflagranti. Quanto incide il bullismo? Come reagisce l’adolescente a questi atti di sopraffazione fra compagni? Qualsiasi tipo di risposta, aggressiva o passiva, potrebbe far provare al ragazzo un senso di incapacità. Dunque è necessaria un’incisiva opera di prevenzione. Il riconoscimento e l’intervento precoce nei disturbi psicologici adolescenziali da parte dei genitori costituisce il mezzo più efficace per prevenire il suicidio. Essi, costituenti il nucleo fondamentale dell’avvenire dei figli, devono saper “ascoltare” e aprire un dialogo costante. Non si può delegare la responsabilità genitoriale».
L’umanità ha commesso errori terribili, taluni riconosciuti come tali a “posteriori”, legati da un lato all’oscurantismo culturale e dall’altro a interessi economico-politici o comunque di potere: l’esempio di Giordano Bruno è paradigmatico. Della massoneria si conosce poco, e spesso solo quanto i detrattori fanno filtrare. Forse altri Giordano Bruno saranno giustiziati sull’altare del politicamente corretto, tuttavia aprirsi al mondo comune facendosi conoscere è lo strumento per far comprendere il messaggio della massoneria e vincere l’intolleranza.
Attualità degli ideali della massoneria
Leo Taroni, sovrano gran commendatore del Rito scozzese antico e accettato, e la società odierna