Torna l’estate e torna la questione degli stagionali impiegati nella frutticultura saluzzese. E come ogni anno ci vengono chieste risposte: da cittadini, associazioni, comitati più o meno razzisti o antirazzisti, tv e giornali. Noi risposte definitive non ne abbiamo, ma abbiamo delle domande precise.
Perché il sistema dei flussi ha prodotto solo 1.100 autorizzazioni per lavoratori stagionali per tutta la provincia di Cuneo, se non ne bastano 10 volte tanto solo nella frutticoltura saluzzese?
I lavoratori stagionali extracomunitari di origine africana, che non rientrano nel sistema flussi, poiché oltre che regolari già residenti in Italia, e che l’anno scorso hanno coperto quasi la metà del fabbisogno di manodopera impiegata nel sistema frutticolo saluzzese, sono necessari o esistono migliaia di aspiranti raccoglitori nostri connazionali che non vengono assunti?
È immaginabile un sistema di selezione della manodopera che eviti la ricerca di lavoro porta a porta, con il conseguente arrivo di centinaia di persone che sperano in un impiego senza certezze, determinando l’ormai annosa crisi alloggiativa?
Le Istituzioni competenti vogliono finalmente regolare gli spostamenti della manodopera stagionale creando un sistema che indirizzi queste persone in maniera efficiente laddove servono, evitando concentrazioni eccessive in alcuni territori e carenza in altri?
Istituzioni, associazioni di categoria e operatori economici, sono interessati a favorire una diversa distribuzione del valore lungo la filiera produttiva, affinché gli agricoltori diventino elemento di soluzione dei tanti problemi descritti e non solo parte di essi?
Se da chi ha la responsabilità istituzionale di tutto ciò non arriva nessuna contromisura reale ed efficace, il nostro territorio e il sistema agroalimentare saluzzese, hanno l’interesse e la forza di fare autonomamente un ulteriore e coraggioso passo avanti?
È giunta l’ora di aggiungere, al grande, seppur non ancora risolutivo, contributo sull’accoglienza, un sistema sperimentale ed innovativo di selezione della manodopera che consenta di prevedere con congruo anticipo il numero di stagionali necessari alle campagne annuali di raccolta, di allestire un congruo numero di posti letto e di garantire il rispetto delle normative di settore, allontanando al contempo le infiltrazioni di elementi di illegalità.
La Comunità Saluzzese in tutte le sue declinazioni, istituzionali, sindacali, associative ed imprenditoriali, ha già dimostrato di esserci. Gli altri?
Mauro Calderoni
Sindaco di Saluzzo