Addio all’Albese, il Vice Presidente Ezio Grasso saluta dopo 16 anni

"In 16 anni ricoperto tutti i ruoli, peccato non aver potuto fare il Presidente"

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Riparte l’Albese calcio dopo la dolorosa retrocessione di qualche settimana fa. Riparte con tanto entusiasmo, con diversi volti nuovi, con grande voglia di tornare subito in Eccellenza ma anche con un’assenza destinata a fare male. E’ infatti di queste ore la notizia che Ezio Grasso, Vice Presidente ma soprattutto storico dirigente del sodalizio langarolo, ha deciso di rassegnare le dimissioni lasciando di fatto l’Albese dopo 16 anni di passione calcistica. Arrivato ad Alba nel 2003 dal Cortemilia su invito dell’allora presidente Franco Rava, Ezio Grasso figura insieme all’ex presidente, a Alberto Cirio e al compianto Angelo Ferrero tra i soci fondatori della nuova Albese. Da qui un percorso dirigenziale che lo ha portato ad essere nominato DS, quindi team manager, Direttore Generale e infine Vice Presidente, con la squadra presa in Promozione, portata sino alle porte della Serie C dopo due salite in Serie D ed ora lasciata nuovamente, mestamente in Promozione.

“In questi 16 anni ho ricoperto tutte le cariche societarie possibili, alcune volte addirittura due contemporaneamente come nel 2010 quando fui DS e Vice Presidente in D – racconta Ezio Grasso – mi mancava giusto il ruolo di Presidente ma quando nel 2011 Franco Rava mi aveva offerto la presidenza stavo vivendo un periodo personale molto delicato e non mi ero sentito di sobbarcarmi un impegno così gravoso, e alla fine il ruolo era andato a Piero Cornero”

Un ruolo, quello di Presidente, che è rimasto però nei sogni di questo dirigente amante del calcio e dei rally…
“Nei giorni scorsi ho proposto a Gennaro Castronuovo di scambiarci i ruoli e di fare io il Presidente, assumendomi ovviamente tutti gli impegni del ruolo compresi quelli economici liberandolo di fatto di questa incombenza, anche perchè potevo contare su una serie di amici e di sponsor disposti ad appoggiarmi in questo percorso. Purtroppo ho ricevuto dal Presidente un rifiuto, con la proposta di riparlarne eventualmente tra un anno, in quanto dopo tre stagioni tribolate era sua intenzione togliersi finalmente una soddisfazione e riportare lui l’Albese in Eccellenza. A questo punto ho deciso di fare un passo indietro e farmi da parte”.

Perchè proprio oggi una volontà così forte di fare il Presidente dell’Albese?
“Perchè oggi c’era l’entusiasmo e soprattutto la possibilità di avere il supporto di questi sponsor. Poi, onestamente, dopo anni passati a ricoprire tutti i ruoli dirigenziali possibili avevo voglia di provare a gestire l’Albese a modo mio. Per me gestire l’Albese significa fare le cose mantenendo sempre un profilo basso, con serietà, dando continuità al lavoro e coinvolgendo più gente possibile attorno alla società. Gennaro Castronuovo in questi anni si è rivelato un presidente serio, che ha sempre mantenuto fede alla parola data e ha onorato con grande puntualità gli impegni economici presi, e al quale sono grato per avermi voluto come suo Vice, però avrei avuto il piacere di provare a fare le cose a modo mio, ragionando con la mia testa visto che il calcio lo vedo in maniera differente da lui”.

Qual’è la tua visione del calcio?
“Io credo che nel calcio sia bello avere tutto subito, però le decisioni vanno prese a tavolino, ragionandoci bene sopra e che le squadre si debbano costruire coinvolgendo tutto lo staff. Una volta presa una linea convinti di quanto si è fatto, poi, si deve andare fino infondo, senza rivoluzionare tutto a metà stagione se le cose non vanno come pensato. Nell’arco di un campionato la flessione è fisiologica, ci può stare il momento di crisi, ma è importante non perdere la fiducia in quel momento e non sfasciare subito tutto. Se ho avuto fiducia in un tecnico e nei giocatori in estate, la do fino alla fine, magari apportando qualche ritocco alla rosa senza però stravolgere ogni volta tutto.Se non dai continuità e fiducia dall’inizio alla fine è difficile raggiungere degli obiettivi. I ritocchi sono giusti, le rivoluzioni in corsa sono sbagliate”.

Guardandoti alle spalle, quali sono i momenti che porterai per sempre nel cuore di questi 16 anni di Albese?
“Sono fondamentalmente quattro. Il primo in ordine temporale è stata la promozione in Eccellenza dopo aver vinto i Play Off con l’Aquanera nel 2006, quindi il salto in Serie D e la partita di La Spezia davanti a 5.000 persone in una dimensione che mi pareva irreale. Il terzo ricordo è legato ad un’esperienza che porterò sempre nel cuore, per l’impresa sportiva centrata al termine di una stagione a tratti drammatica dentro e fuori dal campo, ovvero la salvezza ai Play Out in Serie D contro il Rivoli nel 2011. Infine la salvezza lo scorso anno ad Alpignano nei Play Out di Eccellenza, quando perdevamo 2-0 e abbiamo vinto alla fine 3-2”.

Mentre la delusione più cocente?
“La retrocessione quest’anno è senza dubbio la delusione più grande, perchè scendere in Promozione dopo mille sacrifici fatti per portare in alto l’Albese fa proprio male. Franco Rava era stato bravo a prendere l’Albese in una situazione non rosea e a portarla alle porte della Serie C, mancata dopo lo sfortunato pareggio di La Spezia, io avevo vissuto al suo fianco tutto questo percorso e lasciare l’Albese in Promozione è decisamente doloroso. Devo molto a Franco Rava, perchè mi ha preso in Seconda Categoria e mi ha portato quasi in Serie C, mi ha voluto sempre al suo fianco e non mi ha mai mollato, sia quando si vinceva, sia quando le cose non andavano per il meglio”.

Venendo al campo, quali sono, tra le centinaia di giocatori che hai avuto “al tuo servizio” in questi anni, quelli ai quali sei più legato?
“Ce ne sono tantissimi con i quali si è creato anche un rapporto di amicizia. Penso che Danilo Staffolarini e Nicolò Garrone come calciatori ma prima di tutto come uomini, sono quelli ai quali sono più legato tanto che ci sentiamo ancora costantemente nonostante Staffolarini sia tornato da anni a vivere in Argentina. Guardando ai reparti posso dire che Marijanovic è stato senza dubbio l’attaccante più forte che ho avuto in squadra, con l’Albese ha fatto cose incredibili che però non sono servite a salvarci in Serie D. In difesa non posso non citare un professionista esemplare e una persona splendida come Guglielmo Roveta. In porta, invece, Randazzo è stato il miglior portiere visto in questi anni ad Alba”

E adesso?
“Ora speriamo che l’Albese ritorni subito in Eccellenza. Sicuramente tifo e tiferò sempre Albese, perchè l’Albese c’è e ci sarà sempre mentre noi dirigenti siamo di passaggio. Forza Albese!”