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Conclusa la trebbiatura al Birrificio Cascina Motta (FOTO)

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Si è conclusa lo scorso venerdì 28 giugno la trebbiatura dei cereali da birra del Birrificio contadino Cascina Motta, a Sale, in Piemonte, piccolo paese cuore pulsante della Pianura Padana.

Cascina Motta, importante precisarlo, è una realtà unica e straordinaria a livello nazionale ed europeo: è, infatti, l’unico birrificio che realizza tutte le proprie birre impiegando esclusivamente i cereali ed il luppolo coltivati e trasformati direttamente in azienda, in regime di agricoltura biologica, seguendo così ogni fase di lavorazione dal campo alla bottiglia, compresa la maltazione dell’orzo grazie alla propria malteria artigianale.

Secondo Marco Malaspina, socio imprenditore e coltivatore esperto di cereali da birra, il 2019 è stata un’annata agraria da ricordare: “I cereali vernini, in particolare i nostri orzi, il fumento e la segale hanno beneficiato di un decorso climatico non eccessivamente caldo per tutta la primavera, con pioggia abbondante ma distribuita, che ha consentito di mantenere le piante sane dal punto di vista fitosanitario. Nonostante l’impossibilità di intervenire con concimazioni di natura chimica, la resa quantitativa è stata più che soddisfacente, mentre la qualità si è massimizzata con le ultime settimane di giugno molto calde, che hanno garantito una ottima maturazione delle cariossidi. I nostri cereali, in particolare l’orzo distico, grazie all’attenta rotazione con leguminose, vantano bassi tenori proteici ed un elevato contenuto di polifenoli, nonché un alto peso specifico: tutte peculiarità che li rendono perfetti per l’uso di trasformazione in malto e birra”.

La giornata della trebbiatura è stata lunga e faticosa, complice i picchi di calore: una situazione difficile per gli agricoltori ed i possenti mezzi meccanici, obbligati a lavorare in condizioni estreme, ma molto vantaggiosa per garantire il minor contenuto di umidità della granella. L’avvio della mietitura è avvenuto già dalle ore 10 della mattinata per protrarsi fino al tardo pomeriggio.

La scelta è stata di iniziare con l’orzo distico: poco più di 5 ettari, ovvero una superficie di terreno pari a circa 7 campi da calcio, sono stati raccolti in poco più di tre ore. 30 tonnellate abbondanti di granella sono state trasportare al vicino fabbricato aziendale per la pulizia, la calibrazione e lo stoccaggio in silos, con un processo senza soluzione di continuità e sotto gli attenti occhi vigili di Massimo Prandi ed Alessandro Beltrame, gli altri soci dell’impresa, che si occuperanno rispettivamente della maltazione e della gestione della sala cotta.

Nel pomeriggio, il cantiere di raccolto si è dedicato ai cereali minori della produzione birraria: il grano, detto tecnicamente frumento tenero, e la segale. Anche per questi le condizioni di raccolta sono risultate ottimali. Da segnalare le difficoltà di trebbiatura della segale, che ha costretto le mietitrebbie a numerose soste per la pulizia degli organi lavoranti e rapide manutenzioni.

Marco commenta: “Quando Alessandro, dua anni fa, mi ha proposto la semina della segale mi sono entusiasmato. Un cereale che ho sempre sentito nominare dagli anziani, ma che non avevo mai provato a coltivare. Mi ha stupito per la velocità di crescita e per la stazza della pianta, che supera in altezza i due metri. Oggi le moderne trebbiatrici non sono progettate per lavorare con cereali che producono così tanta paglia ed i problemi, ovviamente, si manifestano… ma come sempre siamo pronti a superarli!

Le sfide per Marco non terminano con questa giornata: un piccolo appezzamento dedicato alla coltivazione di “mais otto file” di varietà Pignolet, tipica cultivar antica piemontese, necessita di irrigazione e cure ed il luppoleto è in piena fase vegetativa con l’emissione dei primi abbozzi fiorali dei coni, che saranno pronti per la raccolta a settembre.

Alla fine della giornata Alessandro, Marco e Massimo si concedono un brindisi con un boccale di Sloira e un assaggio di Cavagana: una lager bionda afferente allo stile pils la prima, una ambrata tipo vienna l’altra, entrambe brassate con il “Raccolto 2018”.