Il gruppo albese di musici e sbandieratori pronto per il campionato nazionale di Ascoli
Tutto iniziò nel 2009 ad Alba con alcuni bravi ragazzi di esperienza militanti nel tessuto albese legato agli sbandieratori e che ambivano a sperimentare l’ebbrezza dell’agonismo. Così nacque l’idea di un grande progetto che affermasse l’eccellenza di sbandieratori e musici, individuando le punte di un “iceberg” dei ragazzi che militavano nei gruppi dei vari Borghi e che, unendosi, potevano formare un “unicum” da iscrivere alle gare della Federazione italiana sbandieratori.
Ricorda Massimo Lampugnani: «Chiesi all’allora presidente dell’Ente Fiera, Alberto Cirio (ora governatore del Piemonte), se potesse supportarmi in questa idea e convocammo un incontro con le rappresentanze dei Borghi. Un po’ di dubbi, sospetti ed egoismo e miopia non fecero decollare il progetto».
«Allora tentammo l’avventura da soli, con ragazzi che volevano crescere, confrontarsi con le diverse realtà italiane della bandiera, scegliendo di impegnarsi nelle gare federali che necessitano di molti sforzi fisici (tre allenamenti alla settimana tutto l’anno e, in prossimità delle gare nazionali, tutti i giorni) ed economici (iscrizioni alla federazione, iscrizioni a tornei e campionati e relative trasferte)».
Come nacque il nome che distingue il gruppo?
«Fu un momento molto agitato», risponde, dopo qualche esitazione, Lampugnani. «Avevo pensato a qualcosa che richiamasse la nostra appartenenza alla città, ma fu travisato come uno scippo a qualcosa che già esisteva. Si arrivò alla minaccia di denunce con un’astiosità “ad personam” senza senso. Fu peraltro una fortuna poiché ci diede modo di riflettere e di ragionare, con un respiro più ampio che ci portò a trovare il nome più consono a identificarci con il territorio: “Terre sabaude” piacque per l’identificazione con la regione significando l’orgoglio di appartenenza piemontese nel contesto italiano. “Fert-fert-fert” è il motto sabaudo che abbiamo fatto nostro poiché, in una delle traduzioni più accreditate, significa “Sopportare-sopportare-sopportare”. Sul nostro gonfalone campeggia la fenice che risorge dalla proprie ceneri, ovvero sempre nuova vita e rinnovato ardore, che stringe nei suoi artigli un altro motto, ripreso dall’“Eneide”, “Quos ego”, che sottintende la disponibilità alla sfida e al confronto del nostro gruppo. Dopo dieci anni, grande è la soddisfazione per i risultati raggiunti giorno dopo giorno con notevoli sacrifici, con l’obiettivo di raggiungere traguardi sempre più importanti e con il desiderio, mai sopito, di creare una “seleção” albese che si contraddistingua nello scenario nazionale».
Puoi fare una sintesi della vostra attività agonistica?
«Limitandomi alla stagione 2019, avviatissima, per le gare e tornei della Federazione italiana sbandieratori, unico gruppo albese, abbiamo partecipato: il 9 marzo, a Ferrara, al “Torneo dell’aquila bianca”; il 23 marzo, a Faenza, al terzo “Trofeo delle maioliche”; il 30 marzo, ancora a Faenza, al torneo “Dulbecco”. Queste gare sono, semplificando, come se una squadra di calcio di serie C giocasse con una brava di serie A per cui citare un decimo posto su 25 non ha nessun significato senza la contestualizzazione ovvero la conoscenza del valore dei gruppi partecipanti. Per noi e per gli altri è importante il punteggio ottenuto che colloca in un livello tecnico ben preciso e che ti dà la taratura per i campionati italiani. Importante, per chi legge, è invece il risultato ottenuto per avere la visibilità necessaria. Poi siamo stati: il 14 aprile a Cerro Tanaro per il memorial “Don Giacomo Accossato” (secondo posto con la coppia Porta-Graziano e il singolo “under” seconda fascia Tabti Saifeddin); il 27 aprile di nuovo a Faenza per il “Torneo del pellegrino” (ottavo posto nella coppia); il 28 aprile ad Asti per il quinto “Torneo dell’antica rotonda” (settimo posto nel singolo “under” seconda fascia per Tabti Saifeddin, quarto posto nel singolo per Ivan Porta, terzi nella coppia Porta-Graziano e secondi classificati nella categoria “musici”); il 26 maggio di nuovo ad Asti per il sesto torneo “C’era una volta” (piccola squadra, primi classificati; coppia, secondi; singolo, secondo posto); il primo giugno a Grugliasco (singolo, terzo classificato; coppia, primi; piccola squadra, quarto posto; musici, quarti; singolo “under”, terzo Tabti Saifeddin; l’8 giugno a Quattro Castella (Reggio Emilia) per il quinto “Torneo del Bianello” (coppia, quarti classificati); il 9 giugno a Cerreto Guidi (Firenze) al ventiquattresimo trofeo “Isabella De medici” (terzi classificati sia con la piccola squadra che fra i musici). E ora guardiamo ai campionati italiani (“tenzone bronzea”) che si svolgeranno ad Ascoli Piceno il 7 luglio con la partecipazione di quindici gruppi di tutta Italia, di cui i primi quattro l’anno prossimo saranno ammessi alla “tenzone argentea”».
Insomma, il cammino è ancora lungo, ma il frutto del lavoro di tanti comincia a farsi vedere…
«Siamo in Federazione sin dalla fondazione e siamo l’unico gruppo albese iscritto. Io ho ricoperto, in passato, il ruolo di vicepresidente nazionale e ora faccio parte della Commissione disciplinare. Abbiamo due ragazze inserite nella segreteria federale, la quale si occupa della gestione dei dati nelle gare, e due giudici federali che hanno da poco passato l’esame abilitativo. Stiamo seguendo il progetto “Bambini” che ci vede impegnati nelle scuole elementari e medie sia per gli sbandieratori che per i musici e sta per essere avviato un corso di “chiarine” gestito da un maestro professionista. Inoltre abbiamo realizzato a Bra due campionati italiani, nel 2011 e nel 2016, e un campionato regionale piemontese che ci hanno dato grandi soddisfazioni. Chissà che in un futuro non troppo lontano si possa realizzare qualcosa di importante anche ad Alba… Io butto il sasso e… aspetto».