Nel territorio Saluzzese sta entrando nel vivo la stagione della raccolta della frutta.
La manodopera, indispensabile per svolgere questo tipo di attività, viene assunta tra i lavoratori stranieri che ogni anno raggiungono Saluzzo.
Una parte di questi trova sistemazione nei 368 posti letto del PAS (ex caserma Filippi), altri, duecento circa, sono ospitati dalla rete di accoglienza presente in 4 dei 21 comuni interessati.
I partner del progetto PAS (Comune di Saluzzo, associazioni sindacali, associazioni datoriali, mondo cooperativistico, consorzio socio assistenziale e associazioni di volontariato) stanno lavorando in sostanziale solitudine per limitare il disagio abitativo che si crea ogni anno in questo periodo.
Il settore agricolo nel territorio saluzzese gioca un ruolo fondamentale per l’economia del territorio e non può assolutamente fare a meno di quei lavoratori;
il PAS e la rete di accoglienza diffusa offrono un servizio ai braccianti e alle aziende che non ospitano i lavoratori presso le loro strutture;
i lavoratori, che usufruiscono del posto letto, versano un contributo mensile e altrettanto viene richiesto alle aziende presso le quali i braccianti prestano la loro opera;
gli operatori del PAS hanno sinora garantito il mantenimento di una convivenza pacifica e dignitosa e tentano di dare risposta anche alle persone che sostano nel viale in attesa di un posto letto.
Perciò quanto accade a Saluzzo ogni estate non può e non deve essere catalogato come un problema di ordine pubblico. I braccianti che oggi affollano la zona del foro Boario lavoreranno tutti per periodi più o meno lunghi nella raccolta.
E’ una questione economica e sociale e come tale andrebbe affrontata. In qualità di Organizzazioni Sindacali ci poniamo l’obiettivo di vigilare sulla corretta applicazione dei contratti nazionali e provinciali e avanzare proposte utili a supportare un settore che ancora presenta troppe criticità.
A parole tutti sono contrari al lavoro nero, al lavoro grigio e al caporalato.
A Saluzzo, nei fatti, si sta sperimentando la costruzione di una lista di collocamento pubblica utile a incrociare domanda e offerta di lavoro per garantire trasparenza e contratti regolari.
Un ruolo attivo verrà giocato anche dall’Ente Bilaterale Agricolo EBAT-FAVLA che si propone di supportare e collaborare con il CPI e istituire un sistema incentivante per le aziende virtuose che sposano il percorso del collocamento pubblico.
Insomma un progetto ambizioso che coinvolge tutti i sottoscrittori del protocollo Regionale per la promozione del lavoro regolare.
Non sarà certo risolutivo di tutti i problemi, ma rappresenta un passo nella giusta direzione.
Sarebbero necessari interventi legislativi di regolazione dei flussi interni di manodopera che potrebbero incidere positivamente sulle vite delle persone coinvolte e delle comunità ospitanti.
Sarebbero anche basilari interventi sul trasporto per agevolare la circolazione dei lavoratori e conseguentemente il normale flusso di traffico che quotidianamente si riversa sulle strade del territorio. Nel frattempo noi rimarremo in campo e ci impegneremo per migliorare la situazione, altri continueranno a guardare da lontano urlando slogan di paura o frasi buoniste che non portano soluzioni a nessuno, a chi è costretto a vivere sotto gli alberi e tantomeno alle aziende che devono raccogliere la loro frutta.
c.s. CGIL e FLAI-CGIL CISL e FAI-CISL