Questa mattina finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cremona, su disposizione del GIP presso il Tribunale di Cremona hanno arrestato 4 persone per associazione a delinquere finalizzata alle truffe online, frode fiscale, bancarotta fraudolenta e riciclaggio.
Le operazioni che impegnano oltre 150 finanzieri interessano le province di Torino, Brescia, Milano, Piacenza, Genova, Mantova, Parma e Verona nelle quali sono in corso oltre 30 perquisizioni.
Oltre agli arresti sono stati sequestrati beni mobili ed immobili provento di reato per circa 1,5 milioni di euro.
Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Guardia di Finanza di Cremona sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, scaturite dalle decine di querele presentate dai clienti truffati hanno consentito di individuare un sodalizio criminale, radicato in Cremona, che, avvalendosi di diversi prestanome e società “cartiere” ha realizzato un meccanismo fraudolento finalizzato a riciclare a proprio vantaggio le provviste
illecitamente accumulate attraverso diverse migliaia di truffe on-line.
Le fasi che caratterizzavano il disegno criminale – peraltro ancora in essere – prevedevano la costituzione di società (intestate a prestanomi) che, pubblicizzate su emittenti televisive e radiofoniche di rilievo nazionale, vendevano attraverso siti di e-commerce prodotti di vario genere (vini, buoni carburante, prodotti elettronici, etc.) a prezzi più che concorrenziali.
Le vendite erano riservate a titolari di partita IVA e prevedevano un acquisto minimo non inferiore a 1000 euro la metà del quale doveva essere versato tramite bonifico al momento dell’ordine e la restante parte al momento della spedizione. In realtà le società non erano in possesso di alcun prodotto destinato alla vendita e pertanto nulla veniva mai inviato nonostante le reiterate lamentele e querele per truffa presentate dagli ignari clienti (diverse
centinaia). Dopo qualche tempo le società titolari dei siti di e-commerce venivano poste in liquidazione.
Le indagini hanno consentito di accertare che le somme di denaro ricevute sui conti correnti delle società utilizzate per le truffe venivano trasferite ad altre società simulando il pagamento di operazioni in realtà mai effettuate e quindi, successivamente monetizzate, attraverso altri trasferimenti e/o sotto forma di stipendi, pagamenti di consulente, restituzioni di finanziamenti soci, anticipazioni di utili, tutti a favore degli organizzatori ed ispiratori del sodalizio criminale.
Il GIP presso il Tribunale di Cremona ha disposto gli arresti per i promotori ed ispiratori dell’associazione delinquenziale (tre in carcere ed un domiciliare) nonché il sequestro di poco meno di 1,5 milioni di euro per quanto sinora accertato relativamente ai reati di frode fiscale e riciclaggio.