Home Cronaca Italgelatine: sigilli a parte dell’azienda per farla rientrare nei limiti

Italgelatine: sigilli a parte dell’azienda per farla rientrare nei limiti

Intervengono i carabinieri del NOE per le numerose segnalazioni dei cittadini.

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Dall’inizio di quest’anno sono state numerosissime le segnalazioni di odori molesti che gli abitanti del comprensorio Albese e Braidese hanno inviato a tutti gli Enti ed Istituzioni presenti sul territorio provinciale.
La “Italgelatine”, di Santa Vittoria d’Alba, da cinquant’anni lavora sostanze alimentari, cosmetiche e farmaceutiche, partendo dalle pelli animali: suini, bovini e ittici. Il particolare tipo di lavorazione, in alcuni periodi dell’anno, ha provocato odori non proprio gradevoli; dall’inizio del 2019, proprio in concomitanza della lavorazione di pelli di pesce, il problema si è notevolmente acuito, generando le lamentele della popolazione.
I Carabinieri del NOE di Alessandria hanno pertanto costituito una Task Force con le componenti specialistiche di ARPA Piemonte, Provincia ed ASL e l’ausilio dell’Arma territoriale di Bra, con lo scopo di accertare le cause di tali fastidiosi miasmi e verificare il rispetto da parte dell’azienda delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni all’esercizio, esaminando le varie fasi del ciclo produttivo ed il funzionamento dell’impianto di depurazione.
L’Associazione Nazionale Carabinieri di Torino ha per l’occasione posto a disposizione un velivolo a pilotaggio remoto, che grazie ai suoi strumenti ottici ha permesso di avere contezza dei punti di maggiore interesse da valutare a terra.
Gli accertamenti tecnici e gli esami di laboratorio svolti da ARPA Piemonte, campionando l’aria e le acque reflue immesse nel fiume Tanaro, hanno permesso di dimostrare che i motivi degli insopportabili odori sono da attribuire al sistema di depurazione biologico, che non è stato in grado di abbattere alcune sostanze chimiche provenienti dal ciclo produttivo ed immesse nello scarico, causando criticità sulla qualità delle acque del fiume Tanaro e dell’aria.
Sulla base di quanto accertato, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Asti che ha condiviso le tesi di tecnici ed inquirenti, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico hanno richiesto all’A.G. il sequestro di una parte dell’impianto produttivo ([1]consistente in 4 aspi, impianti di idrolisi, sorta, di “bollitori” su un totale di 8 presenti nell’impianto) che, pur continuando a funzionare utilizzando solo alcune materie prime, genera un minore flusso di refluo permettendo al depuratore di non entrare in crisi. Il sequestro, operato nella mattinata odierna, verrà revocato quando l’azienda eliminerà tutti gli inconvenienti riscontrati e potrà assicurare uno scarico conforme ai limiti della normativa; fino ad allora la capacità dell’impianto produttivo sarà ridotta alla quantità di reflui trattabili nei limiti delle capacità funzionali del depuratore.
Il rappresentante legale ed i tecnici responsabili del sito dovranno rispondere all’Autorità Giudiziaria dei reati di inquinamento ambientale aggravato, getto pericoloso di cose, scarico di acque ed emissioni in atmosfera non autorizzati.

  1. Si precisa che il Sequestro Preventivo, dei 4 aspi ( impianti di idrolisi acida) su un totale di 8 presenti nell’impianto, è stato disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Asti Dott. Alberto Giannone in seguito alla richiesta avanzata dai Pubblici Ministeri Dott. Vincenzo Paone – Proc. Agg. e Dott. Davide Lucignani – Sost. Proc.
    In sostanza si sostiene che all’impianto di depurazione della ditta viene inviato un carico inquinante superiore al dato progettuale di dimensionamento dell’impianto di depurazione e ciò provoca, inquinamento dell’aria e delle acque del fiume Tanaro. Per tali ragioni il blocco parziale della sezione di idrolisi acida/basica di preparazione della materia prima (Aspi), a monte della fase di estrazione (formata da 8 aspi totali), dovrebbe consentire all’impresa di rispettare i limiti progettuali dell’impianto di depurazione.