Con 14 mesi di ritardo il CIPE, “prendendo atto” del nuovo Piano finanziario, sembrerebbe dare il via alla ripresa dei lavori del tratto mancante della A33. Diciamo ‘sembrerebbe’ perché il tutto è sottoposto a due condizioni: che il concessionario recepisca le variazioni contrattuali e che l’UE dia nuovamente il suo benestare. E infatti, a differenza del termine ‘approvazione’, il CIPE usa un’inconsueta “presa d’atto’. Il cui significato andrà presto ben chiarito.
E’ vero che questo importante problema aveva impiegato 6 anni a concretizzarsi nella proposta Delrio, bloccata prima dal concessionario e poi dalla UE per motivi riguardanti la concessione; ma è altrettanto vero che i lavori avrebbero potuto avere inizio più di un anno fa. Il lavoro svolto dal ministro Delrio (e approvato dall’allora parlamentare europeo Cirio) avrebbe permesso l’avvio del tratto Alba-Verduno e contemporaneamente l’inizio della progettazione del tratto Verduno-Cherasco. Non dimentichiamoci infatti che solo la realizzazione di quest’ultimo tratto finalmente permetterà a Bra (con particolare giovamento per la frazione Pollenzo, strada Orti e via Cuneo) di non subire la presenza di un traffico eccessivo con ricadute in termini di salute ed economia.
Come amministratori, anche in considerazione della mozione presentata all’ultimo Consiglio comunale, non possiamo che essere soddisfatti per il parere positivo del CIPE, seppure con tutte le cautele di cui sopra. Come cittadini ci rammarichiamo che si sia perso un ulteriore anno cercando una nuova soluzione per quanto riguarda i rapporti con il concessionario. All’attuale governo non interessava che l’opera potesse partire 14 mesi fa, interessava che partisse senza il nome Delrio ma con il nome Toninelli.
A parte il ritardo di più di un anno dell’inizio lavori e quindi l’allungamento del danno al nostro territorio, che cosa cambia? In termini di realizzazione dell’opera nulla. In termini politici che la soluzione Delrio (cioè del governo precedente) non ha avuto attuazione, è stata bloccata.
Allora cosa cambia? Cambiano i termini di contratto con il concessionario privato. La soluzione Delrio, già avallata dalla UE e sostenuta al Parlamento europeo da Cirio, prevedeva per il concessionario il prolungamento del contratto di 4 anni (dal 2026 al 2030) della Torino-Milano, senza costi aggiuntivi per i fruitori di quel tratto cioè senza aumenti del pedaggio. Questa soluzione era stata considerata “un generoso vantaggio per il concessionario”.
La soluzione Toninelli prevede invece (al posto del “generoso vantaggio al concessionario” sulla Torino-Milano) un aumento del valore di subentro di centinaia di milioni di euro. Questa scelta dovrà passare al vaglio del Commissario europeo sulla libera concorrenza, Commissario tra l’altro non ancora nominato. Perché l’UE richiede questo passaggio? Perché, quando scadranno le concessioni della TO-MI e della A33, se il valore di subentro sarà troppo elevato difficilmente altre società avranno interesse a partecipare al bando di concessione: se l’attuale concessionario sarà l’unico partecipante al bando, questo sì che sarà un “generoso vantaggio per il socio privato”!
Per questi motivi troviamo che certi trionfalismi siano infondati, dato che in realtà il processo è appena avviato; e che abbiamo perso 14 mesi per una soluzione che non migliora in alcun modo l’interesse pubblico e degli utenti del servizio autostradale.
I gruppi consiliari di maggioranza (Partito Democratico, Impegno per Bra, Bra Città per Vivere, Bra Bene Comune)