Nel corso della seduta del Consiglio Regionale di martedì 10 settembre 2019 si è tenuta la relazione annuale dell’Onorevole Bruno Mellano, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Il Garante è intervenuto su un tema, quello delle carceri e delle misure detentive, da tempo al centro di dibattiti. Ha illustrato alcuni dati significativi a proposito della situazione delle 13 carceri piemontesi: ad oggi i detenuti in Piemonte sono 4700, con un sovraffollamento di circa 600 unità.
Peraltro l’esecuzione della pena si è spostata frequentemente fuori dal carcere, rendendo la contenzione soltanto uno degli aspetti dell’esecuzione penale. Sono infatti 8850 le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e monitorate dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna, grazie anche ad una rete sociale molto forte che permette percorsi individuali di recupero e reinserimento.
Nelle 139 carceri italiane si sono superate le 60800 unità di persone detenute, con un sovraffollamento di circa 10 mila persone. Dal punto di vista degli edifici carcerari Mellano ha evidenziato come il carcere “Montalto” di Alba, sia chiuso ormai da tre anni nel suo corpo principale dove è aperta solo piccola palazzina; similare è la situazione del carcere di Cuneo, dove un intero padiglione risulta chiuso da dieci anni in attesa o in procinto di un restauro e di fatto non operativo.
«La criticità logistica e strutturale è il principale problema delle carceri piemontesi», ha proseguito, «In taluni casi stiamo seguendo direttamente manutenzioni straordinarie e tra queste è emblematico il caso del carcere di Alba: una delle ultime costruite in Piemonte che è andata incontro ad un intervento di chiusura necessario per un’epidemia di legionellosi».
Il Garante ha poi ringraziato il Consigliere Marello che, nelle vesti a quell’epoca di sindaco di Alba, si era dimostrato molto attivo per incidere su una situazione che sarebbe diventata assai tragica per il budget necessario e le tempistiche del progetto di recupero.
Ad intervenire, nel corso della seduta, è stato il Consigliere Maurizio Marello, il quale ha riconosciuto il lavoro fatto dall’Onorevole Mellano e dai Garanti Comunali e sottolineato come il Piemonte possa vantare una delle organizzazioni migliori da questo punto di vista.
«Tra le problematiche messe in luce dal Garante troviamo la carenza di personale in carcere e la necessità che personale specializzato possa lavorare all’interno delle strutture migliorando le condizioni di vita dei detenuti»; ha poi ricordato l’articolo 27 della Costituzione, secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
«La pena deve essere effettiva e giusta e una pena è giusta quando le sue modalità di espiazione sono corrette», ha proseguito Marello, «L’aspetto rieducativo a cui deve essere orientato il carcere riguarda le pene scontate all’interno e all’esterno dell’istituto ed è legato a possibilità di studiare e lavorare all’interno delle carceri, alla presenza del volontariato tra le celle. Esistono sanzioni alternative che non hanno solo la funzione di far espiare un errore ma di rimettere in circolo in società le persone che lo hanno commesso».
«Il primo obiettivo per un paese che vuole essere veramente sicuro è curare il regime carcerario e l’Ufficio del Garante è un tassello importante in questo senso. Le criticità messe in luce nella relazione hanno riguardato la manutenzione delle carceri ricordando a titolo di esempi Cuneo e Alba. L’Onorevole Mellano ha posto inoltre grande rilievo sul fatto che i detenuti possano essere impegnati in attività, produrre vino e altro e vendere i loro prodotti al mercato come avviene ad esempio nel Carcere “Montalto” di Alba: questa opportunità collega la comunità carceraria a quella esterna ed è molto importante proseguire lungo questa strada. L’Ufficio del Garante è fondamentale per riconoscere i diritti dei detenuti, l’espiazione di una pena giusta, ma anche in un’ottica di integrazione“.
Il Consigliere ha chiuso il suo intervento con un dato: nel 2018 in Italia sono stati 64 i casi di suicidio tra i detenuti, 1297 i tentati suicidi e il suicidio è la causa di quasi la metà delle morti in carcere (il 45% di esse): Ha detto Marello: «Un sistema che funziona deve avere riscontri positivi: con questi dati significa che dobbiamo interrogarci profondamente su di esso».
c.s.