Busca: al Castello del Roccolo i misteri e segreti su Manet

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Venerdì 27 settembre, alle ore 21, al Castello del Roccolo (Strada Romantica 17) a Busca si terrà la serata di arte imperfetta “Manet: non chiamatemi impressionista” a cura di P.Arti. L’evento è l’ultimo appuntamento del calendario 2019 di welfare culturale “Persone Patrimonio d’Impresa.

Tre luoghi della cultura si aprono al mondo delle imprese”, progetto realizzato grazie al contributo della Fondazione CRC (Bando “Musei Aperti 2017”) dall’associazione Castello del Roccolo, in collaborazione con il Filatoio di Caraglio e il Forte di Vinadio, con la partnership di Regione Piemonte, Fondazione Piemonte dal Vivo, Hangar Piemonte, Fondazione Artea e Comune di Vinadio, oltre al patrocinio della Città di Busca e del Comune di Caraglio.

L’iniziativa di welfare aziendale, pur essendo aperta a tutti, è rivolta in particolare agli imprenditori e ai lavoratori delle imprese del territorio, che con leloro famiglie avranno la possibilità di avvicinarsi al mondo dell’arte nella suggestiva cornice offerta dal Castello del Roccolo. L’ingresso è libero; è consigliata la prenotazione telefonando al 349/5094696 o scrivendo [email protected].

Édouard Manet – pittore francese, che visse e operò negli stessi anni in cui il Castello del Roccolo di Busca ospitò i marchesi Tapparelli d’Azeglio per la villeggiatura estiva – era visto come un esempio e l’apripista da quegli artisti, suoi contemporanei, che non si riconoscevano nei canoni artistici del tempo e, in parte, di questo si compiaceva, ma al contempo avrebbe voluto essere accettato nel Salon.

Voleva fortemente essere riconosciuto dall’Accademia, ma quando dipingeva, trasportato dal momento creativo, dal suo pennello prendevano forma opere così lontane dal comune sentire dell’epoca che non potevano che creare scandalo ed essere rifiutate. Aveva portato il nudo, ai tempi relegato alle raffigurazioni degli dei e dei miti, nella narrazione della sua contemporaneità e ne aveva fatto uno strumento per narrare una società che tendeva a celare la trasgressività che serpeggiava dietro la sua facciata inappuntabile.

La proposta del gruppo P.Arti per l’evento conclusivo di “Persone Patrimonio d’Impresa” intende trasportare il pubblico nell’atmosfera in cui Manet viveva, la Parigi dell’Ottocento, una città densa di fascino e di segreti. I misteri che si andranno a indagare non riguardano solo il “mondo” di Manet, ma anche la vita del pittore, fino a svelare una questione assai delicata: di chi era realmente figlio Leon, il figlio di Manet?

Il tutto secondo la formula delle serate di “arte imperfetta”, in cui Luca Lavagno con i musicisti Fabrizio Barale e Paolo Montagna accompagna il pubblico a conoscere la vita e l’opera di un artista non sulla base di un copione rigido, ma lasciandosi piuttosto guidare dall’intuizione e dall’improvvisazione.

Il risultato è “imperfetto”, proprio perché molto lontano dalla classica visione accademica e dalla formula della conferenza, ma senz’altro molto coinvolgente e, soprattutto, adatto e fruibile da tutti, anche da chi non ha dimestichezza con la storia e il mondo dell’arte.