“Tutti i bambini hanno il diritto di giocare, più bello se possono farlo INSIEME”.
Questa è la frase che si legge sulla targa del parco giochi di Via Madonna delle Rose, a Santo Stefano Belbo, intitolato nei giorni scorsi a Fabrizio Corino, l’ingegnere morto a giugno dell’anno scorso, presso l’ospedale Santa Croce di Cuneo, per una setticemia multiorgano.
Da anni viveva a Vignolo, con la moglie Ines Noto, ma era originario di Santo Stefano Belbo, dove aveva ricoperto anche l’incarico di Assessore all’Urbanistica.
Una scritta, quella della targa del nuovo parco giochi, che vuole sottolineare il significato dell’iniziativa che, nel tempo vedrà l’installazione di altri giochi, fino ad arrivare a realizzare un parco totalmente inclusivo e quindi fruibile “per tutti i bambini”, nel rispetto delle specificità di ognuno di loro.
Il parco giochi, del resto è uno dei luoghi migliori per agevolare l’inclusione e l’interazione comune, già in tenera età. Niente di più naturale che condividere uno spazio libero e sicuro per divertirsi e crescere insieme abbattendo barriere “culturali” spesso collegate alla disabilità.
“Siamo riconoscenti all’intera Giunta del Comune di Santo Stefano Belbo”, hanno detto Ines Noto e Paola Corino, rispettivamente moglie e sorella di Fabrizio, “per aver deliberato l’intitolazione del parco giochi a Fabrizio e ne approfittiamo per ringraziare nuovamente familiari, amici e conoscenti che, attraverso le loro donazioni, ci hanno permesso di concretizzare i progetti con il Politecnico ed il Comune”.
“Ciascuno di noi – ha poi aggiunto la moglie Ines – nel proprio vissuto, non sempre riesce a comprendere le scelte del destino, vorremmo una ragione, una morale ma ovviamente non la troviamo. Le ragioni si costruiscono dopo, nel significato che diamo alle nostre vite anche con piccoli gesti”.
“La cerimonia di intitolazione del parco, al nostro concittadino prematuramente scomparso, è stata molto toccante – ha detto il Sindaco “in pectore” Laura Capra -. Ringrazio la famiglia dell’ingegner Corino per aver donato al paese di Santo Stefano Belbo una altalena inclusiva, che potrà essere utilizzata da tutti i bambini, normodotati e diversamente abili. Il significato sociale ed umano di questo gesto risiede nel fatto di riconoscere a tutti i bambini il diritto al gioco, diritto per altro sancito a livello di Convenzioni internazionali, permettendo ai bambini normodotati e a quelli diversamente abili di giocare insieme, in una visione quindi inclusiva del diritto al gioco”.
Inoltre Laura Capra ha ricordato la figura dell’ingegner Corino che ha messo la sua opera, il suo pensiero, ed il suo tempo anche al servizio della Comunità di Santo Stefano Belbo nel suo ruolo di Assessore comunale nella Amministrazione guidata dal dottor Giuseppe Artuffo nel periodo 2001/2006.
Nei mesi scorsi la moglie Ines e la sorella Paola hanno incontrato l’allora Assessore ai Servizi Sociali del Comune, per esprimere la volontà della famiglia, dopo l’istituzione di una borsa di studio ed un premio di laurea presso il Politecnico di Torino, di realizzare un progetto per ricordare Fabrizio, anche nel paese dove è cresciuto.
Con grande attenzione e sensibilità Laura Capra ha ascoltato ed accolto l’idea di rivolgere l’iniziativa ai giovanissimi e, dopo aver analizzato alcune possibilità, la scelta è ricaduta sull’installazione, proprio all’interno del parco giochi di via Madonna delle Rose di “un’altalena inclusiva” per facilitare il divertimento di tutti i bambini che, in quanto tali, dovrebbero solo avere la preoccupazione di giocare e giocare insieme.
c.s.