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Cheese- Naturale è possibile: il ringraziamento della Cooperativa Emmaus a Slow Food

Riceviamo e pubblichiamo il ringraziamento della Cooperativa Sociale Progetto Emmaus

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(foto Danilo Lusso - Ideawebtv.it)

Riceviamo e pubblichiamo il ringraziamento della Cooperativa Sociale Progetto Emmaus

Cheese – Naturale è possibile- è stata l’edizione 2019 della ormai famosissima mostra mercato dei formaggi italiani, europei e mondiali ospitata a Bra.

Camminare per le vie della città, in questi giorni, significava innanzitutto incrociare sguardi e sorrisi di persone accorse per l’occasione, significava sentire, tra i vari stand, profumi particolari, osservare forme e colori tra i più curiosi, assaporare culture diverse chiacchierando, assaggiando. Per assaporare al meglio il clima della manifestazione, ogni persona si è lasciata coinvolgere dalla curiosità, quella che invita a scoprire, conoscere e ad abbandonarsi a mondi nuovi.

Questo è anche ciò che il meraviglioso staff di Slow Food ha saputo fare mettendosi in gioco con la cooperativa Progetto Emmaus: lasciarsi coinvolgere da mondi nuovi, spesso troppo lontani.

La cooperativa sociale Progetto Emmaus opera da anni sui territori di Alba e di Bra occupandosi di disabilità e salute mentale. A Bra, gli Educatori Professionali territoriali che hanno come riferimento il centro educativo Lab4 di via Adua, da anni collaborano con Slow Food durante la manifestazione Cheese, ogni edizione con proposte diverse.

Quest’anno la collaborazione è nata per inserire nello staff dell’enoteca di Cheese nove persone, pronte a sperimentarsi come aiuto cassa nella distribuzione di gettoni e calici, per le degustazioni di vino e formaggi.   La sfida è stata inserire persone con fragilità sociale e/o diversamente abili in un contesto organizzato sul territorio. Questo ha previsto l’acquisizione, da parte degli utenti, delle abilità sociali di base che il ruolo sociale del lavoratore richiede.

Per ognuno si è avviato un percorso di crescita volta all’assunzione di responsabilità con l’obiettivo di una maturazione degli aspetti identitari: io sono quello che faccio. La curiosità e la fiducia degli organizzatori ha permesso a queste persone di mettersi a confronto con una realtà nuova, che ha richiesto spesso molta energia e sforzo soprattutto nei momenti di grande affluenza, ma allo stesso tempo ha saputo gratificare, lanciare nuove sfide e stimolare domande che con il tempo sapranno portare lontano!

Grazie e arrivederci al 2021!

Michela Ponchione