Una mostra sulla pecora delle Langhe? Parrebbe l’ennesima riproposta di un tempo andato, superato, almeno qui nella ricca Langa del Barolo. Eppure in questa Langa, oggi così diversa, sino a 60/70 anni fa quasi ogni famiglia aveva una o più pecore e produceva tome, bross, brosin-a e gioncà. Poi, in primavera, c’erano gli agnelli e in estate la lana a integrare l’economia famigliare.
Il progetto fotografico di Donatella Arione vuole dare una visione dello stato attuale della situazione di questa razza autoctona a rischio estinzione e delle persone (allevatori e allevatrici) che alla salvaguardia di questa razza hanno dedicato la propria esistenza.
“Era il 2016 quando per la prima volta mi sono trovata davanti ad un piccolo gregge di pecore delle Langa” ci dice Donatella, ” mi dissero che si chiamavano anche Langhette e mi raccontarono la loro storia. Nel primo dopoguerra se ne contavano 45000 capi, ma le cose cambiarono in fretta (a causa del boom dell’industrializzazione e del successivo inurbamento, e anche per la burocrazia sempre meno accessibile e complicata) e le Langhette diminuirono fino a essere dichiarate, nel 2000, razza a rischio estinzione.
Lo scopo di questo progetto era proprio quello di indagare la situazione attuale di questo processo perché, mentre l’Alta Langa sembrava andare incontro a un inevitabile spopolamento, una nuova generazione di persone lasciava le città, rinunciando a lavori sicuri e ad una mentalità pervasa dalla filosofia del “tutto e subito” alla ricerca di uno stile di vita nuovo, lento, legato alle stagioni e alla riscoperta delle tradizioni. Questa generazione stava cercando un posto dove poter ridare dignità a un mestiere profondamente radicato in queste zone, salvandolo dall’oblio. Oggi in Alta Langa c’è una nuova generazione di allevatori giovani, tra cui parecchie ragazze, che cercano e
credono in un’agricoltura sostenibile“.
“Non a caso abbiamo scelto di portare questa mostra proprio qui a Monforte, dove ancora oggi è possibile parlare con alcuni testimoni di quell’epoca che vide la prima grande espansione di questa specie sul nostro territorio: la signora Marina, per esempio, ricorda che dalla Fiera della Madonna di Mondovì (8 settembre) ai Santi, la sua famiglia “faceva lo strop” (una trentina di pecore e un montone, che in due mesi doveva ingravidarle). Era un periodo impegnativo; Marina ha raccontato di una notte in cui le pecore erano riuscite ad aprire il cancelletto del recinto scappando via, e dello sgomento del mattino dopo seguito dalla ricerca affannosa. Ma loro erano tutte là, in cima alla collina: “le pecore vanno finché il terreno sale, poi si fermano“. È ancora percepibile ora, nella sua
voce, il sollievo di quel ritrovamento.
Anche la signora Rina ha ricordi vivissimi di quegli anni: “Quelli che tenevano lo strop accudivano con grande cura le pecore, perché in quel periodo producevano un latte particolarmente ricco, con cui si facevano tome che si vendevano molto più care delle altre, e una brosin-a (crema ottenuta da tume e latte rimescolati con un bastoncino di fico in una olla di terracotta) che era ottima con la polenta! Il mio papà ne era ghiotto“. Sono testimonianze ancora tangibili che sottolineano quanto queste pecore siano strettamente connesse con le tradizioni e la storia del nostro territorio.
Inoltre a Monforte dal 1603 esiste una Fiera novembrina, con tanto di editto imperiale, dove i montoni, che avevano esaurito la loro funzione nel periodo dello strop, venivano portati per essere venduti e macellati. Ancora Rina ricorda che durante la fiera di Novembre, davanti all’attuale municipio, erano esposti decine e decine di montoni. Per questo motivo venne denominata la “Fera di beru” che avrà luogo anche quest’anno dal 22 al 24 novembre 2019.
LA MOSTRA
30 immagini a colori e un intreccio di storie e parole, così Donatella Arione ha deciso di raccontarci questo suo viaggio. Un racconto corale dedicato alla pecora delle Langhe, alla sua storia e alle persone che con cura e dedizione portano avanti questa tradizione. Per un anno ha percorso le colline dell’Alta Langa stando a stretto contatto con nove magnifiche persone, allevatori e allevatrici, che le hanno permesso di entrare nelle loro giornate trasmettendole la loro passione e le loro conoscenze.
“Ho deciso di presentarveli attraverso le parole che hanno condiviso con me durante i nostri primi incontri e con una fotografia, appartenente al loro scrigno dei ricordi, che fosse emblematica del momento in cui hanno deciso di cambiare la loro vita.”
Così questo progetto diventa un percorso tra immagini, sguardi nuovi, parole e ricordi, atti ad attirare l’attenzione dello spettatore su di un tema poco conosciuto e che necessita maggiore considerazione e consapevolezza.
L’AUTRICE
La giovane fotografa albese, Donatella Arione, si racconta così: “La passione per la fotografia è arrivata precocemente, alle scuole medie. La cosa importante era, ed è, custodire momenti ed emozioni. Crescendo la mia passione si è evoluta e dopo una laurea in Multimedialità e D.A.M.S., mi sono dedicata con costanza allo studio della fotografia frequentando corsi, studi fotografici e workshop con importanti fotografi italiani. La fotografia è il mio strumento principale d’espressione e lascio la mia curiosità libera di spaziare tra il mondo che mi circonda e quello interiore e più personale. Ad oggi ho raccolto esperienze e riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui: un primo premio al “Moscow International Foto Awards”, un secondo posto al “Prix de la Photography Paris” e la finale alla “London International Creative Competition“.
L’inaugurazione si terrà domenica 13 Ottobre a partire dalle ore 17:30 presso gli spazi della Biblioteca Civica di Monforte, non potranno mancare assaggi di tuma accompagnati da un buon bicchiere di vino.
c.s.