Nocciole cuneesi: produzione a picco, Coldiretti chiede alla Regione lo stato di crisi

Fino al 50% in meno nei noccioleti della Granda a causa dell’andamento climatico anomalo

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È crisi nera per la produzione cuneese di nocciole, che quest’anno registra un crollo del 40-50% rispetto allo scorso anno. L’intervento di Coldiretti, a tutela di un prodotto d’eccellenza dell’agricoltura Made in Cuneo e delle aziende corilicole, non si è fatto attendere con la richiesta alla Regione dello stato di crisi.

L’andamento climatico anomalo ha inciso pesantemente sulla resa produttiva nei noccioleti, che hanno patito i repentini abbassamenti di temperatura e le frequenti precipitazioni primaverili. A queste criticità si aggiunge la presenza massiccia della cimice asiatica.

Coldiretti stima per il 2019 una produzione complessiva di 45.000-60.000 quintali in Provincia di Cuneo ma, a fronte di una produzione in calo, non viene in alcun modo toccata la qualità delle nocciole cuneesi che, anche quest’anno, si confermano eccellenti.

Altrettanto non si può dire delle nocciole importate dalla Turchia, Paese che sta invadendo l’Unione europea con svariati prodotti che non vengono controllati adeguatamente mettendo a rischio la salute dei consumatori.

La Granda è particolarmente vocata alla produzione di nocciole tanto che qui, specialmente nelle Langhe, si concentra buona parte della produzione piemontese, metà della quale – 85.000 quintali in totale – certificata nella scorsa campagna con il riconoscimento IGP Nocciola Piemonte.

Quasi 5.000 aziende cuneesi coltivano nocciole su oltre 15.000 ettari, con un incremento delle superfici dedicate pari al 30% soltanto negli ultimi cinque anni.

È fondamentale dare supporto alle aziende per affrontare questo momento di crisi del comparto. Per questo chiediamo alla Regione di intervenire, nel più breve tempo possibile, riconoscendo lo stato di crisi ed attivando tutte le misure necessarie a sostegno delle imprese che, grazie al loro costante lavoro, presidiano e custodiscono territori altrimenti lasciati all’abbandono e danno vita a produzioni di eccellenza, identificative del nostro territorio, anche oltre i confini nazionali” dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.

c.s.