Raccontare le “Umane genti”, come recita il titolo di questa mostra, è il filo rosso del percorso pittorico di Daniele Spisa.
Persone che leggono un giornale nei vagoni della metropolitana, o sedute in macchina, che si truccano allo specchietto; altre invece sul treno, in autogrill, o ancora in posa per la foto di famiglia, oppure in una sala d’attesa, aspettando il proprio turno. Il senso del lavoro di Spisa è in una pittura che guarda alle persone, non alla natura o alle cose: il vero interesse dell’artista sta nella normalità della vita quotidiana e nelle storie che scaturiscono dalle immagini, si imprimono negli occhi di chi guarda, sostenute da una forte personalità artistica. Una forza che anima le tele aprendo al pensiero di chi osserva, all’investigazione creativa, percorsi narrativi sorretti dalle pose, dagli oggetti, dal colore e dalla luce.
Sabato 26 ottobre alle ore 17, il Museo Luigi Mallé di Dronero presenterà una trentina di dipinti, corredati da disegni e bozzetti scenografici selezionati dai curatori Ivana Mulatero e Mauro Marras, riassuntivi della poetica di un artista che, dopo una vita passata sui palcoscenici di tutta Italia realizzando scenografie per i più importanti registi e teatri, ha ripreso la sua passione originaria per la pittura trovando in essa nuove occasioni espressive.
Giovedì 24 ottobre alle ore 11, presso l’Auditorium Quazza di via Sant’Ottavio 20 (Palazzo Nuovo, primo seminterrato), Daniele Spisa incontrerà studenti e giornalisti per raccontare l’esperienza di scenografo e direttore scenico compiuta con Luca Ronconi tra gli anni ottanta e novanta, culminati nell’allestimento di Gli ultimi giorni dell’Umanità di Karl Kraus al Lingotto nel 1990, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, e i successivi sviluppi in campo artistico. Sono previsti gli interventi di Federica Mazzocchi, docente di Storia del Teatro dell’Università di Torino e di Anna Peyron, Responsabile Centro Studi – biblioteca e archivi della Fondazione del Teatro Stabile di Torino.
L’incontro con Luca Ronconi fu strategico per la carriera di scenografo di Spisa. Il grande regista ne riconobbe il talento affidandogli prima il ruolo di direttore degli allestimenti – per gli spettacoli Ignorabimus e Commedia della seduzione – poi quello di scenografo in Gli ultimi giorni dell’umanità messo in scena nella fabbrica dismessa del Lingotto. La sua carriera è proseguita poi, nel teatro e nella lirica, con Ugo Chiti e Toni Servillo e, sempre per la lirica, con l’artista Mimmo Paladino di cui realizza le scene.
Dallo spazio teatrale a quello pittorico, il passo si compie senza soluzione di continuità immergendo lo sguardo negli interstizi delle storie raffigurate ricche di dettagli umani e risvolti emozionali imprevisti, come una pièce che si consuma sul palcoscenico della tela.
Il gusto e la passione per le immagini hanno una lontana matrice nella bottega dello zio falegname che lo avvicinò a matite e colori. Ravennate, Daniele Spisa scelse Firenze per proseguire gli studi presso la Facoltà di Architettura e all’Università incontrò il teatro, che divenne la sua grande passione e il suo mestiere. Dopo le prime esperienze compiute nel teatro universitario, affrontò tutti i mestieri della scena fino a fondare nel 1978 la “Scenotek”, che diventò nel volgere di pochi anni uno tra i più innovativi e importanti laboratori di progettazione e realizzazione delle scene a livello nazionale. Seguirono anni di lavoro con i più qualificati scenografi e registi, collaborazioni nella ristrutturazione di teatri, per poi passare alla formazione e alla ricerca. “Ulisse”, società che progetta e gestisce festival teatrali, fu un’altra sua creatura.
In questo contesto, non rinuncia alla pittura come mezzo di espressione personale e di ricerca formale. Se è vero che “la scena deve essere un tutt’uno con la storia che si racconta in palcoscenico” e che Spisa in teatro non lavora “per lo stile o per la forma” ma considera la scenografia “come un contenuto in più che rafforza il senso voluto dal regista, come un personaggio in più”, i suoi dipinti sono attraversati da un percorso drammaturgico: ogni opera contiene una storia da individuare.
L’iniziativa, realizzata per volontà di Espaci Occitan e del Comune di Dronero, è sostenuta dal contributo della Regione Piemonte.
“Umane genti” | Dipinti e scenografie di Daniele Spisa
A cura di Ivana Mulatero e Mauro Marras
Dal 26 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020
Museo Luigi Mallé
Via Valmala 9, Dronero (Cuneo) – www.museomalle.org
Orari di apertura sabato e domenica e festivi dalle 15.00 alle 19.00
Aperture su prenotazione per gruppi e scuole
Contatti Tel/fax 0171-904075 – 3478878051; [email protected] – [email protected]; Fb @museomalle