Dopo la decisione presa dalla dirigenza aziendale della Mahle, in merito alla chiusura di due stabilimenti, comunicata solamente nello scorso mercoledì, le principali istituzioni del territorio saluzzese e limitrofi, hanno così preso la situazione in mano ed hanno istituito una assemblea straordinaria proprio questa mattina,nella sala consigliare di Saluzzo per confrontarsi con i lavoratori e cercare di viaggiare su una linea comune.
Numerosi interventi si sono alternati, ottica comune è stata quella del dispiacere e disgusto per la maniera nella quale la dirigenza Tedesca ha espresso la decisione di cessazione, esternandola con una “freddezza agghiacciante”.
Le parole di Pierandrea Cavallero (Fiom Cuneo) non lasciano dubbi all’animo con la quale i sindacati stiano combattendo accanto ai lavoratori: “Se pensano di dare qualche migliaia di euro ai lavoratori per rendere meno drammatica la situazione, allora non avranno modo di essere riascoltati, la nostra posizione è chiara e ferma e rimarrà tale, siamo disponibili al confronto e alla discussione sotto ogni punto di vista, a condizione che venga ritirata immediatamente la cessazione di produzione degli stabilimenti(…) riteniamo che sia una vergogna, che sia ingiustificabile, la Mahle sta facendo macelleria sociale, discutere con una pistola puntata alla testa, sapendo che il 75 giorni tutti andiamo a casa senza lavoro, non è dialogo ma ricatto”.
Lepori Roberto, rappresentante sindacale Fismic: “Una multinazionale che non è nuova creare questa situazione in Italia, la quale cerca di massimizzare i profitti sulla pelle dei lavoratori, sfruttando i territori, ma quando la qualità è diventata accettabile grazie alla lavorazione italiana, è stato preso e messo in Polonia il prodotto, l’azienda ci ha comunicato che l’evento non sarà traumatico, ma come fa un evento dei genere con 452 lavoratori privi di impiego a non essere traumatico?”.
Il Sindaco Mauro Calderoni:” Dateci voi sindacati una linea su cui lavorare tutti assieme di modo da riuscire a raggiungere il massimo risultato possibile, dateci una strategia condivisa e complessiva, per essere utili noi sindaci e rappresentanze al vostro lavoro e non andare eventualmente ad indebolirlo“.
Liuzzi Giuseppe (CGL): “Il nostro presupposto principale è che ritirino i licenziamenti, quello che ci hanno fatto è mancanza di rispetto, è ormai anni che chiediamo incontri e loro hanno tergiversato per anni, è una sfida che portiamo avanti, noi siamo metalmeccanici, noi creiamo costruiamo non distruggiamo nulla, bisogna intervenire in parlamento europeo per queste cose, dobbiamo cercare di fare solidarietà, noi vogliamo andare fino alla fine”.
Bachiorrini Fulvio (consigliere Comunale):“Oggi stiamo vivendo un dramma sulla pelle degli altri: lavoro è soprattutto dignità, che non deve mancare, questo ci deve spingere alla totale solidarietà, è doveroso è fondamentale la solidarietà delle categorie sociali”.
Il clima che si respirava in quella aula comunale non poteva che essere toccante, ma ciò che era palesemente visibile era una linea comune sulla quale operare, ovvero la solidarietà, tanto che i moltissimi sindaci presenti in aula, erano già pronti ad intervenire per il reinserimento dei lavoratori nel caso in cui lo richiedessero, attuando ciò che è nelle loro potenzialità, ma i sindacati hanno chiesto tempo: “Noi vogliamo uscirne vincenti, poi nel caso non fosse così, vi chiederemo ausilio per i lavoratori, ma prima combattiamo, fino all’ultimo giorno“.