Mi faccio volentieri portavoce di un nutrito gruppo di giovani sommarivesi, che negli ultimi mesi hanno utilizzato in modo assiduo gli impianti sportivi comunali costruiti nel cortile dell’Istituto scolastico di Via Giansana, per esprimere il forte disappunto circa la decisione di affidare ad una società appositamente costituita (ASD Sommariva) la loro gestione a titolo oneroso.
Ricordiamo che si tratta di impianti sportivi polivalenti comprensivi di campi da calcetto, volley, tennis e basket costruiti una quindicina di anni fa grazie a cospicui contributi regionali a cui la Giunta Comunale dell’epoca aveva potuto accedere.
Non intendo entrare troppo nell’ambito della procedura che ha portato a tale affidamento, quanto piuttosto sull’impatto sociale negativo che una decisione del genere comporterà per i giovani del nostro paese.
Come si può conciliare infatti tale scelta con la nobile e condivisibile premessa indicata nella delibera di affidamento in cui si parla di “intento di promuovere e sostenere l’attività sportiva in modo particolare da parte dei giovani, e assicurare a tutta la comunità di Sommariva del Bosco la possibilità di acquisire una conoscenza e avvicinamento a sport che concorrono a favorire la crescita della persona e della comunità medesima …”?
Siamo certi che la strada intrapresa con questo affidamento persegua veramente tali obiettivi? Francamente, da persona che ama lo sport e che lo ha praticato per tanti anni, non credo proprio.
Peraltro il costo che i ragazzi dovrebbero sostenere da ora in poi per l’utilizzo di questi campi all’aperto (dunque senza usufruire di docce, riscaldamento e illuminazione) da cosa sarebbe giustificato? La volontà di introitare (ipoteticamente) qualche centinaio di euro all’anno da ripartire tra Comune e Associazione affidataria, non scoraggerà piuttosto definitivamente i ragazzi a continuare ad utilizzare tali strutture sportive?
Sicuramente il campo da basket, in assoluto uno dei più frequentati dai ragazzi, da ora in poi sarà disertato . Oltre al costo dell’affitto subentrano infatti oggettive difficoltà da parte dei giovani ad organizzarsi sempre in anticipo per poter prenotare le ore, come richiesto dalla convenzione.
Dunque i giovani locali appassionati della pallacanestro , tra l’altro davvero un congruo numero per una realtà come la nostra, da qualche settimana sono costretti a guardarsi intorno e si stanno orientando verso un analogo impianto all’aperto a Bra, dove in trasferta cercheranno quello che fino a qualche tempo fa potevano tranquillamente fare nella loro Sommariva: andare al campetto ciascuno con un pallone, vedere se sia presente qualche amico e improvvisare insieme una partita dalla durata indefinita , o fare semplicemente quattro tiri a canestro in solitaria, per scaricare le tensioni della giornata.
Venendo meno questo importante luogo di aggregazione nel nostro Comune, non si corre forse il rischio che qualcuno tra questi ragazzi decida in futuro di trascorrere le proprie giornate in ambienti meno salubri?
Lino Cravero
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