Presentato ieri sera,presso la Sala Vittorio Riolfo, il libro “I 23 giorni della Città di Alba attraverso le lettere del sindaco Maurizio Marello 2009-2019“. La serata è stata organizzata da “Uniti per Alba“, gruppo di opposizione nel Consiglio Comunale albese.
L’incontro ha avuto l’onore di ospitare gli ex Primi Cittadini delle passate amministrazioni, che intervallati dalla lettura di estratti riportati nel testo, sono intervenuti sull’argomento. Insieme, hanno raccontato ai presenti l’importanza che hanno attribuito all’evento storico e l’ispirazione da esso tratta per il loro lavoro
“Bisogna avere il coraggio di dire. Senza se, senza ma. Bisogna condannare il periodo storico del nazifascismo.” Con queste parole, o meglio, le parole di suo nonno, il Sindaco Carlo Bo, ha aperto l’incontro. “Per questo” -aggiunge- “Oggi dobbiamo ricordare ai nostri ragazzi che quello che abbiamo non è caduto dal cielo, ma, ce l’abbiamo perché qualcuno ha lottato per la democrazia, la libertà di pensiero, la libertà di stampa e di parola”
Da questo pensiero, ha avuto inizio l’intervento dell’Onorevole Ettore Paganelli, Sindaco di Alba dal 1963 al 1970. “Io credo che ogni Sindaco, quando ripensa al passato, abbia ben chiaro i momenti difficili” “Per quanto riguarda le meditazioni sulla Resistenza e sui 23 giorni di Alba, ho vissuto dei periodi più facili rispetto ai miei colleghi presenti. Man mano che il tempo scorre, meno sono presenti coloro che hanno vissuto e vengono a meno i ricordi“.
“Alba doveva essere presente con le grandi città italiane, Milano, Genova e Torino” prosegue l’onorevole”. “Le celebrazioni richiedevano la presenza di tutte le città Medaglie d’Oro “. Un periodo davvero intenso e partecipe, quello vissuto dall’ex Primo Cittadino, che ha voluto così introdurre il ventennale dei 23 giorni, avvenuto ad Alba 27 Ottobre 1964.
Alla commemorazione era presente anche il Governo, insieme al ministro Carlo Russo, anche lui partigiano e l’attore Corrado Pani, per la lettura degli scritti di Fenoglio e altri scrittori dell’epoca, intervallandoli all’intervento del Sindaco. Al termine della cerimonia in Piazza Risorgimento, venne inaugurata la “Mostra della Resistenza”, curata dall’architetto Valerio De Maria, con le fotografie di Aldo Agnelli. Dopo la chiusura della mostra, è nata in seguito la Sala della Resistenza.
Tra le fotografie e i manifesti presenti in sala, c’era anche la famosa delibera del 6 Dicembre 1922, che rappresentava l’origine della difesa e della libertà. A seguito della Marcia su Roma, il 28 Ottobre 1922, i fascisti albesi avevano imposto al sindaco Vico di abbandonare il comune e dare le dimissioni.
Anziché aderire, la Giunta Comunale si riunì a casa del Sindaco e decisero di rientrare in comune, inserendo nei verbali la seduta che era avvenuta a casa del Primo Cittadino. Concludendo il suo intervento, Paganelli pha proposto di consegnare il libro di Marello alle scuole, che in primavera, in occasione dell’anniversario della Liberazione, potrebbero organizzare una serata che richiami i fatti che hanno portato la città alla Medaglia d’Oro al Valore Militare.
Il Senatore Tomaso Zanoletti, sindaco dal 1977 al 1990, ha proseguito narrando anche eventi antecedenti ai 23 giorni della Città di Alba insieme all’esperienza da lui vissuta in merito al 40° anniversario.
“Il passato è sempre un prologo. Possiamo ricavarne un’infinità d’insegnamenti, che ci possono evitare di commettere gravi errori. Credo che in questo momento ci sia un pericolo in Europa: il Sovranismo, una volta conosciuto come Nazionalismo“, con queste parole, l’ex Sindaco condanna gli egoismi nazionali, che già nei primi anni del ‘900, avevano iniziato ad imporsi e che usando come l’assassinio di Sarajevo come pretesto, hanno scatenato la Grande Guerra.
Con questo passo che l’ha condotto al suo pensiero sui 23 giorni, l’ex Primo Cittadino ha marcato l’importanza della collaborazione avvenuta in quel momento. Le diverse formazioni partigiane, le quali erano composte da persone provenienti da molte regioni italiane, uniti dall’obiettivo comune, nonostante le idee contrastanti, riuscirono ad unirsi per combattere, attribuendo così, un valore più grande al termine collaborazione. Educazione, intelligenza e fatica, sono questi i requisiti che portano alla collaborazione.
“Dobbiamo essere riconoscenti” E’ necessario secondo il relatore, porsi quei valori, che è solo grazie ad essi, se oggi possiamo vantare uno sviluppo economico e sociale così alto. Per quanto riguarda la celebrazione dell’anniversario, vennero chiamate ad Alba le persone che avevano conseguito un risultato concreto in quei 23 giorni.Fu dedicato un numero speciale al peridico “Albanostra” e venne svolto un convegno di 2 giorni insieme ai giovani, al fine di dedicare una testimonianza concreta e significante.
Enzo Demaria, sindaco dal 1990 al 1999, si occupò nel ’94 delle celebrazioni del 50° anniversario. “Una manifestazione che durò dal 24 Ottobre al 13 Novembre” In quei giorni, i Partigiani visitarono le scuole, raccontando ai giovani le loro imprese. “L’importanza delle donne della Resistenza, che armate di coraggio e bicicletta, attraversavano i posti di blocco per portare i messaggi ai Partigiani”.
Uno dei momenti più significativi fu la Domenica 30 Ottobre, dove venne inaugurato in Piazza Savona (attuale Piazza Michele Ferrero), il Monumento di Umberto Mastroianni. Opera costituita da un’inferiata, dove alla sua destra e alla ci sono sinistra delle esplosioni in metallo. “Questo monumento cosa rappresenta?” chiedono spesso le persone. “La grata rappresenta la chiusura della libertà, mentre le esplosioni simboleggiano la libertà, che si sprigiona senza rompere la grata. Ma nessuno può fermare il suo desiderio” Con queste parole, Mastroianni spiegò la sua opera. La storia del ‘900, dove i giovani hanno scelto di loro iniziativa di rischiare la vita, soffrire il freddo e patire la fame. Il tutto accomunato dal desiderio di combattere l’oppressione.
Giuseppe Rossetto, sindaco della Città dal 1999 al 2009, che ha preso parte al 60° anniversario. “Documentare quello che si fa, non è male. Oggi con la tecnologia tendiamo a dimenticare già il giorno dopo” Così Rossetto ha aperto il suo discorso. L’elezione di un sindaco centro-destra, che nell’immediato, sconcertò le asscociazioni Partigiane di quegli anni. Da qui, avvenne l’incontro tra il neo eletto Sindaco, il partigiano Domenico Gai e ai suoi colleghi della Resistenza. Da questo evento, nacquero molte iniziative fondate sui valori condivisi della lotta Partigiana.
“Ho avuto il privilegio di conoscere quelle persone, di essere da loro consigliato e aiutato. Abbiamo condiviso quei valori fin dall’inizio” Così si esprime l’ex sindaco. Riferendosi alla distinzione tra Costituzione Formale e Costitizione Materiale, fatta dal giurista Costantino Mortati, che esprime come questi valori vadano condivisi da tutti, senza distinzioni politiche o idealistiche. “Quegli scritti, devono essere posti alla base del mio agire.” In quegli anni, durante la sua amministrazione, raccolse diverse terstimonianze e sistemò le lapidi presenti in città. Inoltre, collaborò con le scuole per approfondire anche episodi meno conosciuti. Raccolse diverse terstimonianze, sistemò le lapidi presenti in città. In quegli anni, il pittore Mauro Chessa dipinse lo scalone del Comune, che ancora oggi rappresenta la sfilata dei partigiani da Piazza Savona a Piazza del Duomo. Sotto la sua carica nacque “Il Centro Studi Beppe Fenoglio” che tutt’ora conduce un ottimo lavoro.
A concludere Maurizio Marello, Sindaco Città di Alba dal 2009 al 2019, oggi Consigliere Regionale e autore del libro. “Perché questo opuscolo?” si domanda Marello. “Il giorno in cui feci il giuramento alla Costituzione, deve tentare di fare due giuramenti: uno alla Costituzione e uno alla Medaglia, che viene prima della Costituzione, perché senza di essa, la Costituzione non ci sarebbe” Per questo motivo Marello scrisse la prima lettera nel 2009.
Partendo dall’amore per il testo di Beppe Fenoglio, queste lettere hanno l’obiettivo di sottolineare il legame tra Resistenza e Costituzione. Destinatari i giovani, a cui non deve essere concesso di dimenticare i loro pari dell’epoca. Nell’ultima lettera parla di come il movimento non fu solo italiano, ma di tutta Europa. Questa esperienza comune ha portato alla nascita della Comunità Europea, che si fonda sulla pace. Un’altra lettera, scritta anche per gli stranieri nati in Italia, a cui devono essere riconosciuti i Diritti riportati dalla Costituzione Italiana. Alle lettere sono aggiunti anche i telegrammi dei Presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, in merito all’argomento. Il libro è dedicato ai figli dell’ex Sindaco, ma anche a tutti i giovani a cui è indirizzato il valore di queste gesta.
Nel video, una lettura delle lettera e l’intervista a Maurizio Marello