Si è tenuto oggi, presso l’auditorium Ferrero, il convegno Io sono la mia memoria. Evento conclusivo dei tre giorni dedicati al programma invecchiare con successo, organizzato dalla Fondazione Ferrero, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano e l’accademia di Medicina di Torino. L’incontro ha ospitato diversi relatori, tra cui il noto giornalista e divulgatore scientifico Alberto Angela.
L’incontro, si è aperto con un breve riassunto degli approfondimenti svolti nelle precedenti giornate, condotto dal giornalista e moderatore Piero Bianucci. Studi e ricerche che nel corso degli anni hanno portato a migliorare il tenore di vita. Dalle scienze alimentari a quelle motorie e psicologiche. La psicologia ci insegna che la solitudine, definita come ‘grande killer’ è la causa di molti decessi nel mondo, per questo motivo è opportuno mantenere attive le relazioni umane, magari creandone anche di nuove. Per quanto riguarda la mobilità, un buon esempio di marcatore biologico è il passo della camminata. La scienza pone un limite di percorrenza di 400 metri in meno di quindici minuti. Se questo non avviene, può essere segno di qualche patologia. Infine, un elemento fondamentale è la conduzione di una sana dieta mediterranea, che se condotta sin da giovani aiuta notevolmente ad allungare il tenore di vita.
Al termine dell’intervento introduttivo, si è aperto il sipario, dove i relatori, disposti in tavola rotonda hanno dato inizio ad un dibattito che ha visto come protagonisti i temi del tempo e della memoria.
Il Professore di Neurologia, Davide Schiffer, è intervenuto raccontando i suoi tristi ricordi di gioventù, segnati dalla deportazione del padre ad Auschwitz. In uno dei suoi libri, Schiffer ha sottolineato la sua preoccupazione in merito alla sempre più frequente scomparsa delle testimonianze dirette. Il rischio è che queste prove vere, vengano perse nel tempo, venendo testimoniate da persone che hanno solo sentito questi fatti senza averli mai ‘toccati con mano’. Di conseguenza, si giungerà alla loro estinzione A tal proposito, Alberto Angela ha ricordato la costruzione di un servizio realizzato in una delle sue trasmissioni, riguardante la deportazione degli ebrei nel ‘ghetto’ di Roma. Una documentazione costituita da immagini reali, con oggetti come scarpe, che tutt’oggi si trovano ancora sul posto. In questo modo, si cerca di far immedesimare lo spettatore in quel preciso momento, cercando di avvicinarli anche alle emozioni che sono state provate.
“Che cos’è il tempo?” è la domanda che è stata posta ad Arnaldo Benini, Professore di Neurochirurgia dell’Università di Zurigo, il quale per rispondere si è avvalso dei pensieri più famosi nel campo della filosofia. Partendo da Platone, che lo ritiene una creazione di Dio, connessa a tutto il suo creato. Per giungere a Kant, che contrariamente sostiene che il tempo sia situato all’interno dell’uomo, ovvero come lui stesso riporta, “a priori rispetto all’esperienza“. Da questa affermazione, ancora oggi, si basano le neuroscienze cognitive. Tutte le esperienze che viviamo, vengono rielaborate dai vari centri celebrali ed inserite nella struttura del tempo che possediamo al nostro interno.
Marcel Rufo, professore di Psichiatria dell’Università di Marsiglia, ha sottolineato l’importanza della relazione che s’instaura tra nonni e nipoti. Un rapporto che è in grado di riportare alla luce quei sensi che con il passare degli anni possono venir a meno, portando così l’anziano a ripercorrere le emozioni dell’infanzia tramite i più piccoli. In questo caso, si tratta proprio di bambini piccoli, perché come è risaputo sono da sempre i più vicini e i più coinvolti in questa relazione.
Il lavoro svolto dal fotografo Raffaele Montepaone, autore della mostra Life-istantanee di Calabria è ancora di altro genere. Un lavoro, che si pone l’obiettivo di fissare il tempo tramite lo scatto fotografico. L’esibizione è costituita da fotografie di solo donne centenarie, che sulle loro mani e sui loro volti riflettono il tempo trascorso in loro. All’interno delle fotografie, è rappresentata anche la loro storia e i loro modi di vivere. Un lavoro che ha donato al suo autore storie di vita, di passati ricchi di emozioni e di testimonianze di memoria.