Fare del bene giorno dopo giorno è un modo per creare scenari più rispettosi e sensibili. Qualsiasi azione carica di reciprocità e di bontà si riflette anche sulla nostra salute mentale. Sappiamo altresì che “seminare” il bene non sempre aiuta a “raccogliere” rispetto. Tuttavia, anche se sulle spalle di ciascuno di noi sembra pesare più di un tradimento e sui cuori diverse sono le delusioni, c’è un aspetto chiaro: si vive molto meglio se si mantiene in sintonia quello che si prova e quello che si fa.
Per questo motivo fare del bene fa bene.
Oltre a ciò, per quanto possa stupire, attenti studi dimostrano che il cervello è geneticamente programmato per fare del bene. Lo aveva compreso Charles Darwin che intuì come il cervello dell’essere umano sia programmato per fare del bene perché, in questo modo, si garantisce la sopravvivenza della specie.
Di fronte, dunque, alle sfide epocali del nostro tempo diventare protagonisti e parte attiva dei cambiamenti in atto, può rinnovare e dare alla vita un nuovo sapore…
Uno spirito di servizio e attenzione al territorio che ha motivato anche Andrea Rossano, “patron” di “Tartufingros”, e la fondazione “Nuovo ospedale Alba-Bra” Onlus nell’omaggiare con una speciale serata benefica a base di preziosi tartufi del primo “cru” d’Italia, “Rocche del Roero”, i tanti sostenitori del nosocomio in fase di completamento a Verduno.
«La serata in programma per lunedì 18 novembre», rimarca Andrea Rossano, «in verità sottolinea la generosità del territorio albese e non solo, che si è prodigata nel raccogliere fondi per sostenere la borsa di studio per due anestesisti che metteranno la loro professionalità al servizio del nuovo ospedale di Verduno. L’evento “Dalla cucina alla medicina: eccellenze da condividere” è un momento conviviale da considerare gradito e sentito ringraziamento da parte della fondazione “Nuovo ospedale Alba-Bra” Onlus. È un atto sentito per ringraziare gli albesi e la loro generosità, che ha tra i protagonisti anche il “Tartufo dell’anno” di Vezza che quest’anno sarà assegnato a Enrico Crippa. Penso sia doveroso un plauso per questo momento all’intero territorio di Langa e Roero per la sua naturale e grandiosa attenzione alla solidarietà. E aggiungo che tale iniziativa poteva immaginarla e concretizzarla soltanto Alba e questo per tre oggettive ragioni: i tartufi bianchi che solo la capitale delle Langhe può vantare, i grandissimi vini degna espressione dell’eccellenza vitivinicola di questo territorio e poi l’unico tre stelle “Michelin” della Granda. Nessuna altra città può coniugare queste unicità: ecco perché l’evento del 18 novembre rappresenta un’occasione memorabile, oltre a testimoniare il felice connubio tra generosità, solidarietà ed eccellenza enogastronomica riconosciuta internazionalmente a questo territorio».
In tavola brilleranno i patti di Enrico Crippa accompagnati dal prezioso tartufo bianco d’Alba “Rocche del Roero”, primo “cru” d’Italia, ma non solo, come spiega Rossano.
«Ad accompagnare tante prelibatezze ci sanno anche vini d’alta gamma, offerti gratuitamente per l’occasione dai produttori. Si degusteranno l’Arneis “Bricco delle ciliege” di “Almondo” di Montà d’Alba, il Roero riserva “Ròche d’Ampsèj” di “Matteo Correggia” e poi, secondo indiscrezioni, pare anche il Barolo di “Montezemolo” e, probabilmente, sei rare bottiglie di Barolo “Ceretto” del 1937, anno di nascita del suo “patron”, nonché presidente della fondazione “Nuovo ospedale Alba-Bra”».
Eccellenze gastronomiche che per questa cena benefica sono in perfetta sinergia anche con i valori solidali ed etici di un intero territorio…
«Ringraziare: un’attitudine così semplice e così essenziale per una comunità, per una vita buona», rimarca ancora Andrea Rossano. «E io devo personalmente dire grazie per questo evento a Bruno Ceretto, amico e presidente di una Fondazione che lavora con intensità affinché il nuovo nosocomio unico di Alba e Bra possa offrire all’intera popolazione un servizio dal volto umano, moderno e tecnologicamente avanzato. E non posso dimenticare Luciano Scalise, regista accorto e sensibile di queste iniziative che certificano una proficua collaborazione tra pubblico e privato per contribuire a realizzare una struttura ospedaliera di eccellenza, degna del territorio in cui viviamo. Ed infine non posso che dire ennesimamente grazie anche a Enrico Crippa e tutta la sua brigata di cucina che quella sera lavorerà gratuitamente, sostenendo questo prezioso progetto di solidarietà per la fondazione “Nuovo ospedale Alba-Bra”. Un atto d’amore verso questo territorio testimoniato quotidianamente nella cura maniacale alla ricerca dell’eccellenza, valore in cucina, come nella vita. Un ultimo grazie va anche a Frank Cerutti, responsabile della ristorazione dell’“Hotel de Paris”, colui che ha fortemente desiderato e ottenuto le tre stelle “Michelin” con Alain Ducasse e che conosco sin dal 1997 e che parteciperà all’evento, soggiornando addirittura qui per un lungo “week-end” che lo vedrà protagonista all’inaugurazione anche alla Fiera del tartufo bianco e dei vini del Roero di Vezza d’Alba».
L’evento in programma lunedì 18 novembre evidenzia una necessità ben percepita dalla fondazione “Nuovo ospedale Alba-Bra”Onlus: essere piena osmosi del territorio, mantenendo vivo quel linguaggio comune che rappresenta, inoltre, un prezioso bene per tutta la comunità.
«A due anni esatti dall’apertura del cantiere per la costruzione del nuovo ospedale di Alba-Bra (appaltato dall’azienda sanitaria locale Cn2 dopo aver scelto il sito in Verduno), undici persone si sono riunite presso uno studio notarile per costituire un ente che avesse lo scopo di contribuire a rendere il nuovo ospedale pubblico un esempio di eccellenza nel panorama della sanità regionale piemontese, spinti dalla convinzione che il territorio Alba-Bra-Langhe-Roero meritasse di possedere anche nel campo delle cure ospedaliere la stessa eccellenza espressa in altri settori», rimarca con soddisfazione Bruno Ceretto, presidente della Fondazione. «Oggi la Fondazione è composta da 58 soci ed è un ente di diritto privato, iscritto al registro delle persone giuridiche della Regione Piemonte e all’Anagrafe nazionale delle Onlus, con propri organi sociali, autonomi e indipendenti da qualsiasi ente pubblico. Negli anni il nostro impegno si è articolato in diverse azioni per sostenere il nuovo ospedale di territorio».
«La volontà è di ridare alla parola “ospedale”, derivante dal latino “hospes” (ospite)», ribadisce Luciano Scalise, direttore generale della fondazione “Nuovo ospedale Alba-Bra” Onlus, «l’antico significato coincidente con quello di albergo: creare, cioè, una struttura che abbia un elevato “standard” di comfort (stanze singole, servizi igienici interni, umanizzazione dei reparti, apparecchiature elettromedicali d’avanguardia) in grado di dare il maggior benessere possibile ai pazienti».
Medicina e cucina: vere eccellenze da condividere
Il 18 novembre, su iniziativa di Andrea Rossano, cena con Enrico Crippa in segno di gratitudine per gli amici della fondazione “Nuovo ospedale Alba-Bra” Onlus