Si è conclusa pochi minuti fa la visita del Prefetto Giovanni Russo e della Ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone a Cardè, il giorno dopo l’alluvione che ha colpito il comune saluzzese.
Un occasione per fare il punto della situazione e iniziare la conta dei danni. Il sindaco di Cardè Matteo Moreno ha definito la situazione drammatica, inizialmente a causa della pericolosità che poteva derivare dalle varie prese di corrente totalmente sommerse: l’Enel ha così sospeso la fornitura di energia elettrica creando moltissimi disagi, ma sfuggendo così dal pericolo e mettendo in sicurezza le moltissime persone esposte ad un potenziale pericolo.
Molte le persone invitate ad abbandonare momentaneamente le case, dai Vigili del Fuoco, ma anche qui la situazione, a detta di un operatore, è stata difficoltosa, perchè purtroppo non tutti avevano la volontà di abbandonare le case, quasi per un istinto di protezione nei confronti della propria roba, ma ciò ha dovuto lasciare spazio alla razionalità e alla messa in sicurezza dei luoghi.
Il Ministro Dadone, ha quindi effettuato assieme al prefetto i vari sopralluoghi nei tre luoghi principali, in particolare il ponte fatto saltare al fine di non creare una sorta di “tappo” al decorrere del fiume: essendo però proprietà provinciale, il sindaco di Cardè ha dovuto chiedere vari permessi e procedere con l’avviamento dei lavori sull’immediato. Presenti alla ricognizione, fra gli altri, anche il Senatore Giorgio Maria Bergesio ed i Consiglieri Regionali Matteo Gagliasso, Paolo Demarchi e Ivano Martinetti.
La Consigliera Comunale Arianna Ambrogio, e l’assessore Marta Sanziel riferiscono: “Il nostro sindaco ha tenuto la calma e la razionalità ed ha preso decisioni molto importanti, ha avuto polso e fermezza nelle azioni intraprese, con la consapevolezza che alcune prese di posizione potevano non essere condivise da tutti“.
Altro punto supervisionato, è stato il torrente Ghiandone, per il quale hanno dovuto creare una valvola di sfogo per far si che l’acqua che defluiva, riuscisse a sfociare nei campi adiacenti, al fine di evitare una esondazione all’interno del paese.
Ultimo luogo, più ampio è stato il ponte al di sopra del fiume Po, lo stesso che anni fa era stato totalmente portato via dalla corrente , ed era rimasto chiuso per circa nove anni, sostituito da una passerella posizionata accanto.
Il sindaco ha così mostrato la situazione nel complesso, elencando anche i vari progetti in partenza ma in difficoltà di erogazione dei fondi da parte del singolo comune.
La criticità ora sembra apparentemente rientrata, lasciando dietro di se ciò che è presumibile: strade intasate dai detriti che ha portato con se l’esondazione, case allagate e cortili pieni di fanghiglia.
I vigili del fuoco ci hanno spiegato che il vero lavoro di pulizia è oggi, dal momento che “più acqua toglievi più ne entrava, la situazione non riusciva a migliorare: oggi invece che è tutto piuttosto sotto controllo, si può procedere all’accensione delle autopompe e allo svuotamento di interrati e cantine“.