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Borgna scrive al presidente Conte: “Collegamenti stradali della Granda, la situazione è drammatica”

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Le scrivo per esprimerle tutta la mia preoccupazione in merito alla grave situazione in cui si trova il nostro territorio della “Granda” a causa dei forti ritardi infrastrutturali che da anni viviamo e che il grave evento meteorologico dei giorni scorsi ha reso pressoché drammatica. Dopo il crollo di parte del viadotto di Altare sulla Torino-Savona, che solo per un caso fortuito non ha causato vittime, quello che sta emergendo è un panorama desolante. Oltre ad essere in ginocchio a causa di alluvioni e maltempo, oggi la nostra provincia rischia il totale isolamento finendo schiacciata dai blocchi burocratici. Il crollo della Torino-Savona ci isola da sud, l’autostrada Asti-Cuneo è bloccata, i lavori al Colle di Tenda sono fermi, quelli per la Variante di Demonte non partono e il Colle della Maddalena è chiuso”.

E’ un grido di allarme quello che il presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna, ha lanciato mercoledì 27 novembre scrivendo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e al sottosegretario all’Interno, Achille Variati. La lettera è stata inviata anche a tutti i parlamentari eletti in provincia di Cuneo.

Borgna ha ricordato, subito dopo, che in tale contesto, ogni anno lo Stato preleva dal bilancio provinciale 11.700.000 di euro, risorse che sono indispensabili per portare avanti lavori di manutenzione sulle strade e nelle scuole e che questa sottrazione impedisce di fare. Nella sua visita in provincia di Cuneo del marzo scorso Conte ha potuto constatare di persona come la “Granda” sia una provincia produttiva che, a causa del totale blocco delle grandi infrastrutture stradali, rischia perdite economiche incalcolabili, oltre ai costi in termini di sicurezza e di ambiente. “Si tratta di un danno – continua Borgna – che penalizza fortemente le aziende cuneesi e che le pone in condizioni di debolezza rispetto a quelle di altre regioni e soprattutto di altri Paesi europei. Il nostro territorio non può più sostenere tale gap ed è ormai diventata vitale una soluzione in tempi molto rapidi”.

La lettera si conclude con tre inviti: 1) tornare in provincia di Cuneo per valutare di persona se ci sono stati o no quei passi in avanti che Conte stesso aveva auspicato nella sua visita al cantiere (tuttora fermo) dell’autostrada Cuneo-Asti; 2) dare un segnale forte di attenzione al territorio cuneese sospendendo il prelievo statale alla Provincia per almeno 5 anni, così da permetterle di risolvere almeno in parte i problemi di ordinaria manutenzione delle strade provinciali su cui si sta riversando oggi tutto il traffico; 3) fare suo l’appello affinchè il problema delle tante infrastrutture stradali bloccate per ragioni burocratiche possa trovare una rapida soluzione.

c.s.