L’imperativo è “non arrendersi”, non farlo mai, in modo da imparare a trarre il meglio anche dalle sfide più difficili, quelle che ci sembrano insormontabili: questo il tema della serata andata in scena ieri, al teatro “Vacchetti” di Carrù, dove è stato consegnato il “Bue d’Oro”, massimo riconoscimento della città, che, per la prima volta, ha deciso di premiare non una, ma due persone: l’Onorevole Fabiana Dadone e il Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni.
A fare gli onori di casa il Sindaco, Stefania Ieriti: «Questa edizione della Fiera del Bue Grasso di Carrù, definita extra large, non è dedicata solo alla zootecnica e alle eccellenze gastronomiche del territorio, ma anche alla cultura e questa serata, alle sfide della vita, ne è un perfetto esempio, grazie al Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni e il Ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone».
L’Onorevole Fabiana Dadone ha risposto alle domande della giornalista Nadia Muratore, soffermandosi in particolare sugli aspetti della sua vita che sono cambiati dopo la nomina a ministro della pubblica amministrazione.
«Io faccio sempre la spesa nel negozio di ortofrutta di prima, sono fatta così; ora la gente mi ferma per strada e mi confida dubbi e problematiche, sono contenta di poter essere vicina alle persone, solo così si possono trovare nuove e valide soluzioni» – ha detto l’Onorevole.
La lamentela che le persone le rivolgono maggiormente riguarda la burocrazia italiana, troppo complessa e troppo lunga nei tempi e, ovviamente, le troppe tasse da pagare.
“A 100 giorni da questo nuovo governo, quali sono le sue previsioni?” questa la domanda che è stata posta al Ministro Dadone, che ha risposto così:
Qual è la sua ricetta per la PA? «Non fare grandi decreti, fermarsi, smettere di creare nuove leggi e spostare l’attenzione sui meritevoli, chi studia, chi eccelle, chi fa bene il proprio lavoro, anche e soprattutto nonostante i “furbetti del cartellino” per focalizzare l’attenzione positiva sui dipendenti onesti e dar loro appoggio».
La serata è stata occasione per consegnare la Costituzione ai neodiciottenni dei Comuni di Carrù, Clavesana, Piozzo e Magliano Alpi e se l’On. Dadone pone come augurio quello di avvicinare i giovani alla Pubblica Amministrazione, puntando sugli incentivi per gli studenti meritevoli, il Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni li invita a “non rimandare a domani le cose che si possono fare oggi, non smettendo mai di voler imparare”.
Il Colonnello, intervistato dalla giornalista Zaira Mureddu, ha come prossimo obiettivo la partecipazione alle Olimpiadi 2020: «Voglio arrivare a Tokyo, le mie vittorie sono quelle di tutti i miei colleghi e dell’Italia».
Calcagni vanta una brillante carriera militare come pilota e ha da sempre praticato attività sportiva agonistica, fregiandosi di 15 titoli di campione Italiano di ciclismo su strada e facendo sempre ben figurare l’Esercito che puntualmente ha rappresentato nei Campionati Nazionali Interforze.
Nel 2002 scopre di essere gravemente malato: «La mia vita è stata devastata linsieme a quella delle persone a me care, ma nella vita bisogna imparare a non arrendersi mai, questo è il mio motto. Fisicamente soffro molto, ma mi sforzo di sorridere, perché ho imparato che la mia forza diventa anche quella degli altri. Posso dire che la malattia mi ha cambiato in meglio, ho scoperto molti aspetti di me che prima non conoscevo. Quando i giornali descrivevano le mie gara mi chiamavano “il fuggitivo”, correvo per il gusto di farlo, non per vincere».
L’avventura militare, racconta, è iniziata quasi per gioco al suo ultimo anno di Liceo Classico, quando aiutò il vicino di banco a fare domanda di ammissione, da quel momento non si è più fermato, diventando prima paracadutista e poi pilota elicotterista; nel 1996 viene inviato in missione internazionale di pace in Bosnia-Erzegovina a Sarajevo in qualità di pilota, l’unico del primo contingente Italiano.