Lagnasco: i campi di accoglienza dei lavoratori migranti chiudono i battenti

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Foto da www.comune.lagnasco.cn.it

Hanno ufficialmente chiuso i battenti lo scorso 30 novembre nel rispetto di quanto programmato ad inizio stagione, i campi di accoglienza per i lavoratori migranti.

Un progetto, attivo da alcuni anni, nato grazie alla collaborazione tra quattro Comuni dell’area frutticola (Lagnasco, Saluzzo, Verzuolo e Costigliole), la Caritas diocesana, la Coldiretti ed il Consorzio Monviso Solidale con l’impiego della Cooperativa Armonia.

Nell’area comunale tra il cimitero e la Lagnasco Group, è stato allestito il campo gestito da Coldiretti, in grado di dare ospitalità a 30 persone, nel secondo, che ha trovato posto nella vicina piazza Sacchetto ed allestito a cura del Comune, altrettanti lavoratori muniti di regolare contratto di lavoro; entrambi sono stati aperti lo scorso primo luglio.

Per venire incontro alla crescente domanda di posti letto da parte delle aziende lagnaschesi, grazie alla disponibilità di un ulteriore nucleo abitativo concesso gratuitamente dalla Lagnasco Group, e di letti e materassi forniti dalla Caritas, il Comune ha quindi incrementato da metà agosto la disponibilità di posti letto a 36.

Foto da www.comune.lagnasco.cn.it

Durante i mesi di agosto e settembre, i 66 posti disponibili sono stati praticamente sempre esauriti, a differenza degli anni scorsi quando il campo non veniva mai completamente sfruttato. Molte aziende, opportunamente sensibilizzate, hanno accolto direttamente presso le loro sedi i lavoratori stagionali migranti impiegati nella raccolta della frutta, altre, che non avevano disponibilità di locali o spazi idonei, hanno invece utilizzato per i loro lavoratori contrattualizzati, la cosiddetta “accoglienza diffusa”; hanno complessivamente usufruito della struttura 25 aziende lagnaschesi o delle zone limitrofe.

La gestione dei campi, seguita dal consigliere comunale delegato Giulio Mellano coadiuvato da Fabrizio Risso, non è stata particolarmente problematica, anche in virtù dell’esperienza passata, nonostante non siano mancati piccoli problemi di natura tecnica, come la fornitura e l’uso delle piastre elettriche per la preparazione del cibo o l’intasamento, come negli anni precedenti, degli scarichi fognari.

Tra le spese sostenute dal Comune, oltre all’affitto del modulo dei servizi, le utenze di entrambi i campi, il rifacimento della pavimentazione dei container e la sistemazione dell’impianto elettrico per l’incremento di container ed ospiti. I lavori di sistemazione e la logistica, sono invece stati realizzati grazie alla collaborazione di alcuni volontari della Protezione Civile e del Gruppo Alpini, oltre ad alcuni amministratori comunali.

In questi giorni, a conclusione della campagna di raccolta, sono in fase di invio le fatture, con una quota giornaliera pro capite di 2,50 euro, alle aziende che hanno usufruito dell’alloggiamento dei propri dipendenti. In totale, il Comune dovrebbe recuperare dalle aziende circa 8.000 euro a copertura di meno della metà della spesa sostenuta (anche in considerazione di alcuni interventi urgenti, e quindi non preventivabili, di manutenzione effettuati durante il periodo di apertura); per la restante parte, è stata inoltrata domanda di contributo alla Regione Piemonte, nella speranza che sia rifinanziata la Legge Allemano destinata proprio all’ospitalità dei lavoratori stagionali in agricoltura.

Obiettivo dell’amministrazione comunale per affrontare il problema nel prossimo futuro, sarà quello di incentivare i datori di lavoro ad accogliere i migranti presso le proprie aziende, collaborando alla risoluzione delle difficoltà organizzative e legislative che fino ad ora sono state un ostacolo ad un simile sistema di accoglienza. Eventuali campi, nati per affrontare l’emergenza e destinati ad un numero ristretto di persone, dovranno infatti essere strutturati e manutenuti in modo efficiente, con l’eventuale rifacimento di alcuni impianti.