Saluzzo si affaccia alle porte di un Natale amaro. Il clima di serenità e gioia, tipico di questa festività, viene sottratto con la forza a molte famiglie: i dipendenti della Mahle, la cui posizione lavorativa è appesa ad un filo sottilissimo, non troveranno sotto l’albero né rassicurazioni né tantomeno dei doni.
Più di duecento famiglie più volte scese in piazza per manifestare e chiedere di essere ascoltate, in tutte le sedi opportune e meno; oggi si ritrovano loro malgrado di fronte ad un baratro.
Vittime di una crisi profonda che ha colpito il mercato del settore e, in senso più generale, di una depressione cronica che ormai da un decennio colpisce l’intero Paese. Una malattia dalla quale, è bene dirlo, il cuneese sembrava meno piegato e dotato di anticorpi più forti. Eppure oggi anche Saluzzo mostra i segni di una dismissione, si imbruttisce ed accusa il colpo. Vanno via le poche aziende presenti, dislocando altrove e troppo spesso all’estero, abbassano le serrande in numero crescente di anno in anno i negozi, partono i giovani.
Persino il settore all’agricolo, da sempre nostro fiore all’occhiello, vive un grave periodo di difficoltà: molte aziende hanno chiuso, altrettante sono in fase di chiusura. Alcune sono state acquisite, altre non riescono a cedere i loro terreni. L’ex marchesato viene lasciato solo, isolato dai comuni limitrofi che creano nuclei di associazionismo mirato a sviluppare progetti collaboranti che non vedono e non coinvolgono Saluzzo, semplicemente la scavalcano e la abbandonano.
Tutti questi sopra citati sono spunti di riflessione, che dovrebbero essere messi al centro del dibattito da un’amministrazione che mira e punta al bene del proprio territorio ed allo sviluppo dello stesso in favore della cittadinanza.
Restiamo invece turbati nell’apprendere che, ancora una volta, l’ennesima, il Sindaco mette al primo posto della sua agenda politica il tema dell’accoglienza agli stagionali della frutta. Ne è testimone la sua partecipazione, lo scorso sabato 14 dicembre, alla serata organizzata dal circolo PD di Racconigi dal titolo: “Immigrazione e Politiche sul lavoro. Nuovi modelli di sviluppo”.
Al riguardo, ribadiamo la nostra convinzione in merito al fatto che le attuali politiche di accoglienza in vigore risultano errate e nocive per l’intero sistema locale, sociale ed agricolo. Guardando oltre, però, crediamo occorra ricordare agli amministratori che Saluzzo non è solo PAS, migranti, “accoglienza”, bivacchi e molto oggettivamente presunto caporalato (esercitato da parte di chi, in quale modalità e con quale responsabilità lasciamo sia la magistratura a determinare, pur convinti ci saranno sorprese in tal senso).
Saluzzo non è, non può essere e non vuole essere solo ed unicamente intesa e riconosciuta per questo tipo di tematiche, alle quali appare nessuno voglia realmente porre risoluzione.
Saluzzo è composta da cittadini residenti storici e meno, paganti tasse e contributi, che vanno tutelati e rispettati. Saluzzo è la Mahle ed i suoi lavoratori, che vanno protetti e tutelati, ed eventualmente accompagnati per mano in un nuovo percorso di vita.
I personalismi al riguardo, che creano illusioni e alimentano false speranze, sono quanto di peggio si possa offrire a queste famiglie. Occorre realismo, onestà e pragmatismo, anche quando questo comporta l’ammissione di proprie mancanze. Saluzzo è storia e cultura, da alimentare e sviluppare, senza permettere che il turismo venga trascurato e lasciato decadere. Saluzzo è infrastrutture insufficienti e desuete, al limite della praticabilità, che urgono un intervento sostanzioso ed improcrastinabile. Saluzzo è tutto questo e molto altro. Ci appare miope e poco lungimirante scegliere di dimenticarsene.
Sez. Fratelli d’Italia “del Saluzzese”