Un misto di commozione, incredulità e passione. Questo ha suscitato la scelta di capitan Ricky Romani di lasciare Fossano dopo quasi cinque anni, destinazione Lega Pro, a Bisceglie.
A salutare il centrocampista non poteva che esserci anche il suo mister e mentore Fabrizio Viassi, che costruì intorno a lui il progetto azzurro ai tempi della Promozione.
Ai nostri microfoni, il tecnico parte ricostruendo in breve quello che è stato questo lustro insieme: “Un percorso importantissimo. Ci siamo dati tanto a vicenda: lui a noi, perchè era un giocatore di qualità e lo ha dimostrato, e noi a lui, perchè quello che arrivò cinque anni fa al “Pochissimo” era un ventitreenne molto diverso dal Romani che conosciamo oggi“.
Quindi, il personaggio Romani: “Un ragazzo d’oro, ma con il suo carattere. In questo, devo anche ringraziare la dirigenza, ed in particolare Bessone, perchè sia con Ricky che con altri ragazzi hanno mostrato grande professionalità e capacità nel saper gestire animi particolari. Il merito che ha avuto Romani, in primis, è stato quello di accettare una linea, un percorso e le cose che gli venivano proposte. Non ci siamo mai mandati a dire nulla, ma la sua forza è stata proprio questa: ha dimostrato che la scelta di restare a Fossano poteva pagare, cosa che non tutti hanno colto, o per scelta personale o perchè non adatti al nostro progetto per diversi motivi. Detto questo, sono anche realisti: Ricky è anche e soprattutto un calciatore forte, che ha perso anni nel calcio e che spero possa recuperare. Non tutti, ovviamente, potevano essere adatti dalla Promozione alla Serie D, e lui ha dimostrato di esserlo ampiamente“.
Infine, stimolato sul tema, Viassi esprime il suo punto di vista sulla sua decisione: “Io che sono io, ovvero Fabrizio Viassi allenatore forse non avrei fatto quella scelta, anche se non è mai facile mettersi nei panni altrui. Lui che è Riccardo Romani, un ragazzo di ventotto anni che si è trovato di fronte ad una bella occasione ha fatto la scelta che reputava più giusta per la sua carriera e per massimizzare il profitto di tre mesi eccezionali di Serie D, conditi da otto reti. Nel calcio non si può mai sapere. Quel che è certo è che la sua storia è la testimonianza che nel pallone le favole esistono“.