“Vi comando queste parole, ripetetele ai vostri figli”, scriveva Primo Levi in “Se questo è un uomo” e forse non lo abbiamo ripetuto abbastanza. Affinché gli orrori dei campi di sterminio non possano più accadere è necessario tenere viva la memoria nelle generazioni future, soprattutto ora, che, a poco a poco, stanno scomparendo tutti i testimoni diretti.
Mondovì ha celebrato questa mattina il 27 gennaio tutte le vittime della Shoah e in particolare due monregalesi: Oreste Peirone e Vincenzo Bellino.
In questi giorni è ancora più forte la necessità di spiegare e ricordare che lo sterminio di circa 6 milioni di ebrei, insieme a prigionieri politici, zingari, omosessuali, disabili è realmente avvenuto e, per mutuare Hannah Arendt, “con una banalità disarmante”, esattamente nello stesso modo in cui è stata imbrattata la porta della casa di Lidia Rolfi.
Questa mattina l’amministrazione comunale insieme alle insegnanti e gli alunni degli I.C. di Mondovì e numerose associazioni, hanno partecipato al corteo, che come lo scorso anno, dal cortile della scuola media “Anna Frank” ha attraversato le vie della città per inaugurare due nuove pietre della memoria, poste rispettivamente in Piazza Santa Maria Maggiore e in via Beccaria.
Due piccoli simboli per mettere in pratica quel: «Meditate che questo è stato:vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via», ed è proprio con le parole di Primo Levi che il Sindaco, Paolo Adriano, ha invitato tutti i giovani a studiare la storia e ad averne cura, per impedire che l’ignoranza porti al ripetersi di gesti ignobili come quello verificatosi a Mondovì la scorsa settimana.
I ragazzi delle scuole da anni si occupano di fare ricerche sui monregalesi vittime della follia estremista del Secondo conflitto mondiale, in modo da poter dedicare loro una piccola targa che permetta ai cittadini di conoscerli e ricordarli. Quest’anno le due pietre di inciampo posate portano il nome di un tipografo e un ceramista due mestieri cari alla nostra città, con i nomi di Oreste Peirone e Vincenzo Bellino.