E’ prima di tutto un bluesman, ma anche un pianista di razza e un cantautore. In realtà Andrea Giraudo, classe ’71, piemontese di Cuneo, è un artista difficilmente catalogabile: lui si definisce un artigiano. La sua musica ha groove, una impronta soul, ma i suoi brani si inseriscono perfettamente nella grande tradizione autorale italiana, quella ad esempio di Conte, Battisti e Jannacci.
Ha tanti anni di attività live alle spalle e in repertorio oltre settanta pezzi inediti, ma il suo primo album è uscito solo un anno fa, all’inizio del 2019; si intitola “Stare bene” (Rossodisera) e contiene 12 brani scritti nei precedenti due anni. Un lavoro accolto con entusiasmo da pubblico e critica, con il quale Giraudo ha vinto il premio “Andrea chi?” al Radio Alba Festival ed è arrivato in semifinale al Pistoia Blues Festival.
Per festeggiare un anno dalla pubblicazione di questo fortunato lavoro, il 10 gennaio è uscito anche un nuovo singolo, “Virgole in pasto”, con la partecipazione di Tony Esposito, uno dei più noti percussionisti italiani e internazionali. Ad accompagnare il singolo, anche un piccolo tour che lo ha già portato in tre luoghi simbolo della canzone di qualità: il Diavolo Rosso di Asti, la sede del Club Tenco a Sanremo e il live club ‘Na Cosetta di Rom.
Martedì 4 febbraio, Andrea Giraudo sarà poi a Torino, al teatro “CAB 41”. Giraudo tornerà poi nella Città dei Fiori il 6 febbraio per un piccolo show case a Casa Sanremo.
Giraudo, nel corso della sua lunga carriera live, è stato due volte presente al “Pavese Festival – La Luna e i Falò” e già ospite al Teatro “CAB 41” di Torino, diretto da Gianpiero Perone; nel 2007, con la formazione Coco Noir, arriva a suonare al palazzo reale di Aqaba in occasione del compleanno della principessa Bashma Hussein di Giordania.
Con i “Madai”, formazione rock-blues della quale è cofondatore, nel 1996 vince l’Heineken Tour. Ha partecipato poi due volte alle celebrazioni in onore di Luigi Tenco a Ricaldone, paese d’origine del cantautore scomparso, dividendo il palco prima con Gianfranco Reverberi e poi con Francesco Baccini.
Nell’aprile scorso ha aperto il primo concerto italiano di Steve Hill, one-man-band canadese tra i più noti in nord America.
Attualmente, oltre che con il suo live legato all’album, è in tour anche con il duo pianoforte/batteria I BARBABLUES, un progetto dove l’assenza del basso viene compensata efficacemente dal ritmo impresso dalla mano sinistra sui tasti del piano. Inoltre, come strumentista fa parte della formazione “Uva Rara Band – Blues and More”.
c.s.