Un liquore naturale e certificato, che nasce da coltivazioni in alta quota, prodotto con semplicità e serenamente”. Così Paolo Rovera di Stroppo, presidente dell’’Associazione per il Genepì, ha introdotto l’incontro in Provincia di martedì 4 febbraio per la presentazione del liquore “Genepì del Piemonte Ig” che è entrato a far parte delle Indicazioni Geografiche delle Bevande Spiritose ed è ora riconosciuto a livello comunitario.
Rovera, che è anche coltivatore di genepì e titolare dell’azienda agricola “La Freidio”, ha raccontato come si è arrivati a tutelare uno dei prodotti più tipici della cultura alpina piemontese già a partire dal 2002 per volontà di alcuni coltivatori di erba genepì e trasformatori del liquore omonimo. Sul processo di lavorazione è intervenuto il vicepresidente dell’Associazione Carlo Quaglia, trasformatore di liquore e titolare della ditta “Antica Distilleria Quaglia” di Castelnuovo Don Bosco (Asti). “La qualità del prodotto nasce in campo – ha detto Quaglia – e la qualità di questo genepì è molto alta”.
Quaglia ha poi descritto i principali metodi di lavorazione (per infusione, per sospensione e per distillazione) e il lungo processo di affinamento che richiede il liquore genepì prima di diventare quello che conosciamo e apprezziamo.
Alla conferenza stampa, organizzata dalla Provincia, erano presenti anche l’assessore al Comune di Cuneo Luca Serale e i rappresentanti dell’Agenzia delle Dogane con il dirigente Mauro Turina e il funzionario Piero Porcu, responsabile team Qualità Piemonte sulla certificazione del Genepì del Piemonte, oltre a numerosi produttori e distillatori locali.
L’Associazione, da sempre legata al territorio occitano, per molti anni si è occupata di promozione: in occasione di fiere e manifestazioni a livello regionale e nazionale, organizzando incontri con le scuole medie e superiori del territorio, anche grazie ai contributi della Fondazione Crc e della Camera di Commercio di Cuneo e di Torino. Ha partecipato nei trienni 2006-2009 e 2010-2013 a due importanti progetti di studio, il primo a regia regionale e l’altro a livello Interreg Italia-Francia.
Nel 2008 un importante riconoscimento a livello comunitario: il Genepì del Piemonte, il Génépì des Alpes/Genepì delle Alpi e il Genepì della Valle d’Aosta sono stati inseriti nel Regolamento Ce n. 110/2008 relativo alle Indicazioni Geografiche delle Bevande Spiritose.
L’Associazione per il Genepì, in collaborazione con la Regione Piemonte Assessorato Agricoltura, e sulla base dei risultati ottenuti anche grazie ai progetti di studio, ha preparato la scheda tecnica del Genepì del Piemonte, per il riconoscimento dell’Indicazione Geografica. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Italiana del 5 agosto 2016, è stata notificata in Commissione Europea.
Oggi il liquore “Genepì del Piemonte IG ” è riconosciuto a livello comunitario, l’Associazione è titolare della scheda tecnica e lavora in stretta collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, organismo di controllo scelto per la certificazione dell’erba e del liquore, nell’attuazione, nel controllo e nel rispetto dei piani di controllo.
Come hanno ricordato Turina e Porcu la produzione del Genepì del Piemonte Ig è legata ad un preciso protocollo che prevede l’utilizzo esclusivo di erbe officinali del Piemonte: “Siamo lieti di poter dire che oggi anche il ruolo dell’Agenzia delle Dogane è cambiato. Non siamo più visti soltanto come controllori a fini tributari, ma anche come un’ente vicino al territorio che sostiene e promuove i prodotti di qualità”.
A tutt’oggi sono nove i coltivatori in provincia di Cuneo e di Torino che hanno aderito alla filiera dei controlli e sono state prodotte e certificate le prime bottiglie di Genepì del Piemonte dei soci: Antica Distilleria Quaglia di Castelnuovo Don Bosco (Asti); Torino Distillati di Moncalieri (Torino); Paolo Rovera “La Freidio” di Stroppo (Cuneo) e Massimo Ferrier di Pragelato (Torino).
c.s.