Riunirsi attorno ad un falò, in un istante non qualunque: e scoprire quanto piacere possa dare la sensazione del calore vivo in una notte d’inverno, sentendosi più vicini alla propria terra con tutte le tradizioni, i volti e i segni che l’hanno solcata nel passato. Succederà la sera di domenica 23 febbraio, dalle 21 in avanti, in Valle Casette di Montà.
Un po’ San Valentino, un po’ atmosfera di “carvé vej”, ovviamente con la regia del Comitato valligiano, vero esempio di come si possano fare grandi cose a partire da concetti semplici, e con tanto impegno oltre che senso di attaccamento ai luoghi di vita quotidiana.
«Abbiamo ripreso questo rito alcuni anni fa -spiegano i referenti- dopo un lungo tempo in cui di questo rito si era persa la memoria». Un frammisto di gesti in bilico tra cristianesimo antico e paganesimo, direbbe qualcuno: o, in maniera più forte, il modo che si aveva qui di festeggiare il carnevale nell’era agricola.
Punti fissi del calendario, insomma: nei posti in cui si faceva il vero “canté j’euv”, iniziando la questua nelle case proprio nei giorni del carnevale, come vuole l’atavica regola non scritta, qui presa decisamente alla lettera.
Sabato sera, allora, sarà vera festa campestre: proprio a ridosso dell’area destinata poi ad essere adibita ai festeggiamenti in onore di S. Giuseppe Lavoratore, che si terrà qui tra la fine di aprile e l’inizio del mese di maggio.
Valle Casette: luogo generoso, come dimostra anche la “Cena per la vita” a favore dell’Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo e della delegazione albese della Lega italiana per la lotta contro i tumori, che ogni anno, l’ultimo sabato di luglio, raduna qui un pubblico attento e generoso. Sono ormai migliaia, gli euro che sono passati qui per prendere la direzione della prestigiosa struttura torinese: frutto di una sensibilità davvero encomiabile, che dimostra come lo spirito di gruppo sia un elemento di traino affatto casuale.
Valle Casette, parte viva di Montà, tra la vicina frazione amica di San Rocco e la non lontana provincia astigiana e torinese: che fanno sembrare questo nucleo abitato come una terra di frontiera.
Paolo Destefanis