La Messa di suffragio per il quinto anniversario della scomparsa di Michele Ferrero sarà celebrata alle 18 di sabato 15 febbraio nella Cattedrale di San Lorenzo di Alba. L’industriale albese, nato a Dogliani il 26 aprile 1925, concluse l’esistenza terrena il 14 febbraio 2015.
La massiccia e commossa partecipazione alle esequie dimostrò una volta di più la solidità del legame fra la popolazione, l’azienda e la famiglia ferrero, rinsaldato nel corso dei decenni non solo dalla crescita continua del Gigante amico, con le dirette conseguenze sul benessere e sulla sicurezza delle migliaia di dipendenti e delle rispettive famiglie, ma anche da un’attenzione al sociale che non ha eguali non soltanto nella penisola.
Il concetto di responsabilità sociale venne applicato dal signor Michele quando era ancora ben lungi dall’essere teorizzato e dal divenire una “moda” dietro la quale, spesso, oggi vi è soprattutto la volontà di “rinfrescare” certe immagini aziendali.
Invece per Michele Ferrero e tutti i suoi familiari è da sempre un impegno concreto e sincero, rivolto al territorio in cui l’azienda è cresciuta ed è divenuta il colosso mondiale odierno.
Ecco perché la gratitudine e la fierezza nei suoi confronti non verranno mai meno.
Anche Bosia lo commemorerà con una celebrazione eucaristica
Sabato 22 febbraio, alle 16, Bosia ricorderà il signor Michele Ferrero con una Messa anniversaria di suffragio fatta celebrare dall’Amministrazione comunale, insieme a dipendenti, pensionati e anziani “Ferrero”.
Nel primo anniversario della scomparsa Bosia aveva intitolato a Michele Ferrero il piazzale della fermata del pullman, da dove i bosiesi partivano per andare a lavorare ad Alba, nella fabbrica del cioccolato, e, a fine turno, facevano ritorno nelle loro famiglie potendo così lavorare e conseguire un reddito senza abbandonare il loro paese.
Il sindaco, Ettore Secco, ricorda che il luogo più significativo da dedicare al signor Michele Ferrero non poteva essere altri che la fermata del pullman, perché i pullman, grazie al suo grande intuito, furono la naturale soluzione alle esigenze della fabbrica e a quelle degli operai-contadini.
Questo consentiva loro di continuare a coltivare quei campi che altrimenti sarebbero caduti in abbandono, preservando le colline dell’alta Langa oggi tanto care ai residenti a ai visitatori in arrivo da tutto il mondo.
In contemporanea con Bosia altri trentasette paesi dell’Unione montana dell’alta Langa intitolarono un proprio luogo pubblico al signor Michele.