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La testimonianza di Francesca Cosmai, braidese che vive a Shanghai: “In Cina stanno facendo di tutto per contenere la diffusione del Coronavirus, sono organizzatissimi nel farlo”

"Sto ricevendo moltissimo supporto e aiuto dai cinesi che sanno che sono lontana da casa. Vorrei che non usassimo questo virus e la paura che comporta per alimentare l’odio verso chi è diverso da noi, ancora una volta"

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Francesca Cosmai

Nel giugno scorso avevamo chiacchierato con l’architetto paesaggista braidese Francesca Cosmai, dopo il prestigioso premio ottenuto in Francia ad uno dei Festival più importanti, a livello mondiale, per l’architettura e il design del giardino contemporaneo. Attualmente, Francesca vive a Shanghai per lavoro e l’abbiamo raggiunta (telefonicamente) per una breve intervista: ci ha spiegato di cosa si occupa in Cina, della situazione attuale legata al Coronavirus e il suo punto di vista a riguardo.

Ci eravamo salutati in Italia, ora di cosa ti occupi in Cina e perché sei lì?

Sono architetto paesaggista e sto seguendo alcuni progetti qui a Shanghai, collaborando con uno studio franco-cinese. Parallelamente, a distanza, sto portando avanti a Bra alcuni lavori con i miei colleghi di Bengala Landscape. Si tratta di progetti molto stimolanti e legati al territorio, spero di potertene parlare nel prossimo futuro”.

Coronavirus. Qual è la situazione attuale a Shanghai e la situazione cinese?

In Cina stanno facendo di tutto per contenere la diffusione del virus, e sono organizzatissimi nel farlo. A Shanghai saremmo dovuti tornare in ufficio lo scorso 3 febbraio, dopo le vacanze per il Capodanno Cinese. Invece è ancora tutto bloccato e tutti lavorano da remoto, in casa. La scorsa settimana, milioni di persone sono tornate in città (Shanghai fa quasi 30 milioni di abitanti ndr) e ora devono stare in quarantena obbligatoria per 14 giorni nel proprio appartamento. È una quarantena più o meno volontaria: certo, non è il massimo stare in casa due settimane, ma si sa che lo si sta facendo per il bene di tutti. Io sono rimasta a Shanghai durante tutte le vacanze, quindi posso uscire, ma fuori è tutto chiuso. La situazione è abbastanza pesante, per quanto sappiamo che queste misure sono necessarie. All’entrata dei palazzi residenziali, dei supermercati o dei bar viene misurata la temperatura e inoltre è obbligatorio indossare la mascherina, sempre. Più che la paura del virus in sé, il disagio è che non si vede ancora la fine, ma bisogna essere positivi, non farsi prendere dal panico e collaborare!”.

Che idea ti sei fatta di come si sta vivendo dall’esterno? C’è troppa psicosi secondo te e qual è il tuo messaggio?

Non mi pronuncio riguardo alla psicosi, ma leggo di tanti episodi di razzismo e di violenze nei confronti non solo dei cinesi, ma degli asiatici in generale. Non so se si tratti di notizie false o meno, ma fa male. Sono dall’altra parte del mondo esattamente come quelle persone, qui la diversa sono io, e sto ricevendo moltissimo supporto e aiuto dai cinesi che sanno che sono lontana da casa. Vorrei che non usassimo questo virus e la paura che comporta per alimentare l’odio verso chi è diverso da noi, ancora una volta”.