Govone e Magliano Alfieri: due castelli, due esempi di un Roero da premio (FOTO)

Il progetto sul maniero sabaudo acclamato in Senato: intanto, il paese alfieriano spalanca le sue braccia

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Castelli roerini sugli scudi, da quanto emerge dagli exploit attuali e imminenti di questo 2020. Il primo, riguarda il maniero di Govone: che in gennaio ha ricevuto un riconoscimento di prestigio nientemeno che nella Sala Koch di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, nell’ambito del  Premio “100 Ambasciatori Nazionali”.

Organizzata dall’Associazione Liber presieduta da Verdiana Dell’Anna, la kermesse 100 è dedicata a Comuni, aziende ed enti virtuosi, impegnati in ambiti rappresentativi per ogni regione italiana, compresi agroalimentare, turismo, arte e cultura, sport e spettacolo, in grado di portare in Italia e all’estero la conoscenza del luogo d’origine e del suo stile iconico, per un’Italia che sa difendere le proprie radici e valorizzare l’eccellenza, con lo sguardo sempre rivolto al progresso.

Per il castello roerino e il suo territorio, il primato è giunto da mani celebri: quelle dell’attore Carlo Verdone, presente in sala e ben lieto di fungere da testimonial, consegnando materialmente il premio al Comune di Govone qui rappresentato dal vice sindaco Luca Malvicino in rappresentanza del primo cittadino Elio Sorba.

L’individuazione dell’obiettivo, da Roma alla Sinistra Tanaro, non è stato frutto del caso: andando anche oltre il primato di bene Unesco del castello stesso, giunto qui ancor prima del progetto che ha reso il comprensorio Langhe-Roero e Monferrato, con i suoi paesaggi vitivinicoli, patrimonio dell’umanità secondo le regole stabilite da questa importante organizzazione internazionale.

Infatti, è stato decisivo il duplice progetto “Govone Hub e Govone Contemporaneo”: un nuovo allestimento del percorso del piano nobile e la creazione dell’App “Castello Reale di Govone”, una guida multimediale e interattiva creata per migliorare ed arricchire di contenuti l’esperienza di visita e renderla accessibile a tutti.

Si tratta, questa, di un’esperienza immersiva che unisce la tecnologia con la cultura in senso stretto: un’applicazione scaricabile su cellulari e tablet e permette una visione delle stanze del castello con video a 360 gradi, che consentono un’attenta osservazione dei decori e affreschi e veicolano contenuti interattivi e foto d’epoca. Il tutto, arricchito da un’audioguida in quattro lingue, e contenuti dedicati a persone con diverse esigenze di fruizione; video nella Lingua dei segni per le persone sorde o giochi didattici e contenuti dedicati ai più piccoli.

Un piano nel piano: rientrante come complemento efficace all’allestimento fisico del percorso, il quale ha visto invece la creazione di pannelli informativi che contengono, oltre alla descrizione delle stanze in italiano e inglese, anche mappe tattili e testi in braille per persone cieche o ipovedenti che li accompagnano nella visita.

Le fasi di sviluppo e realizzazione del percorso sono state illustrate dal presidente dell’Associazione Govone Residenza Sabauda Luca Malvicino, da Monica Chiabrando e Aldo Buzio, progettisti del programma “Govone Contemporaneo”, da Sara Pellerino della Byfarm, sviluppatrice dell’applicazione, e dall’arch Rocco Rolli della Tactile Vision Onlus, associazione torinese specializzata nella creazione di percorsi per persone con disabilità sensoriali.

Gli interventi sul Castello hanno riguardato anche il riposizionamento della biglietteria e il recupero di alcune stanze del percorso, lavori illustrati dalla restauratrice Marie Helèn Cully e dagli architetti Rachele Vicario, Luca Barello e Danilo Marcuzzo.

A sostenere il progetto, a fianco dell’Amministrazione comunale, hanno risposto “presente” con forza la Fondazione Crc e la Compagnia di San Paolo all’interno del programma “Govone Contemporaneo”. Dice la stessa Chiabrando: «Va precisato come l’intera operazione sia risultata un momento importante per mettere in discussione l’intero approccio all’offerta di contenuti del castello: e porre al centro il tema dell’accessibilità, attuando così un primo importante passo per dotarsi di strumenti che consentano la visita a persone con differenti esigenze di fruizione, aderendo al percorso indicato dal “Manifesto per la Cultura Accessibile” a cui il Castello e l’amministrazione comunale idealmente aderiscono».

E poi c’è Magliano Alfieri: che, dal 12 al 19 luglio prossimi, ospiterà nel suo luogo-simbolo il “Magliano Classic Festival”: un grande evento qui all’esordio, tra musica da camera e elettronica, ed alto perfezionamento, con docenti di livello internazionale: il tutto, con la regia della associazione culturale ” Le Arti Riflesse” che ha come finalità quella di operare sul piano culturale, sociale, formativo grazie persone appassionate, alcune delle quali con un bagaglio professionale di provata e documentata eccellenza nel meraviglioso mondo dell’arte musicale e non solo.

L’evento sarà sostenuto dal Comune con in testa il sindaco e neo-cavaliere Giacomina Pellerino: e godrà altresì del supporto dell’Ordine dei Cavalieri di San Michele. Si tratta di un segno “più” per il paese alfieriano: un ulteriore segno distintivo di un vero e proprio cammino di riqualificazione e valorizzazione del centro storico, con ben presente nella memoria gli albori di ricerca tracciati a suo tempo da Antonio Adriano cui è tuttora -doverosamente- intitolato il locale museo dei gessi.

Proprio nel castello, divenuto “Teatro del Paesaggio”, incredibile allestimento museale voluto con decisione dall’allora sindaco Luigi Carosso con il sostegno dell’associazione “Amici del Castello” capitanata da Carlo Sacchetto, e da un’intera popolazione che è pienamente consapevole di avere in casa un tesoro accessibile a tutti.

Paolo Destefanis