E’ stato presentato questa sera, in una Sala delle Maschere del Castello di Grinzane Cavour gremita in ogni ordine di posto, il libro “Massimo Berruti. Tra Balon e arte d’avanguardia: le due vite da campione”, celebrazione di un campione che ha saputo emozionare con i suoi colpi nello sferisterio, continuando poi a farlo oggi con la sua arte pittorica. Un campione che ha diviso i tifosi con la sua storica rivalità con Felice Bertola “…i Coppi e Bartali della pallapugno – come ha sottolineato il giornalista della Rai Beppe Conti – solo che non abbiamo ancora capito chi dei due fosse Bartali e chi Coppi”, contribuendo a far crescere il mito del “balon” sino a divenirne una leggenda vivente. Quindi il suo percorso artistico, le sue opere nate nel suo atelier di Canelli, gli splendidi ritratti all’aerografo soprattutto femminili, capaci di emozionare, di affascinare, con quel misto di erotismo e malinconia dal quale è realmente difficile rimanere indifferenti.
Sport e arte è quanto racchiuso nel libro edito da Sori Edizioni e scritto a cinque mani dal professore Luciano Bertello, dal giornalista de La Stampa di Asti Franco Binello, dallo scrittore canellese Mario Drago, dall’ex giornalista e scrittore di Langa Luigi Sugliano, dal docente universitario, poeta, scrittore Giovanni Tesio, dallo storico del balon Nando Vioglio, e impreziosito dalle fotografie di Bruno Martina.
“Con questo libro, il quinto della collana, rendiamo realmente l’idea di cosa intendiamo per ‘patrimoni culturali viventi’ – afferma Luigi Bertello – Questo libro attraverso i suoi autori offre tanti sguardi differenti, perchè Massimo Berruti è un personaggio molto complesso, tanto che per descriverlo ci siamo dovuti mettere in cinque. Ma anche perchè era nostra intenzione fare capire che il balon è uno sport bellissimo, forse difficile da comprendere, uno sport da veri atleti, e forse la stagione dei veri atleti è iniziata proprio con Massimo Berruti e Felice Bertola. Ma il balon è qualcosa di più, è qualcosa di diverso, è un elemento identitario della nostra cultura, della nostra storia, del nostro paesaggio con le sue architetture, gli sferisteri, le pantalere, i muri di appoggio che sono da preservare. E’ nel carattere della nostra gente, di chi ama la sfida, la competizione…”
Davanti ad una platea composta da autorità, campioni di ieri e di domani (in prima fila l’eterno rivale Felice Bertola ma anche tanti atleti in erba), tifosi, nostalgici e l’amata moglie Franca, Massimo Berruti attraverso un toccante intervento dopo aver ricordato tutte le sue vicissitudini, dalla paralisi ad un dito che da mancino lo portò a diventare destro, passando per la trombosi al braccio destro che portò alcuni medici a paventare l’amputazione dell’arto, sino alla trombosi alle gambe, si è rivolto ai più giovani regalando loro un piccolo/grande insegnamento di vita ” Io vivo per sognare – ha affermato – il giorno che non sognerò più per me finisce la vita. A un ragazzo giovane dico che, se ha un talento, lo deve coltivare tenendo presente che non è necessario, per essere un vincente, raggiungere un traguardo grande alla fine. Essere vincenti significa provarci, spingersi oltre i propri limiti durante tutto il percorso. Se poi arrivi fino infondo tanto meglio, se no è stato comunque bello così”.
L’intervento di Massimo Berruti nel Video di Ideawebtv.it