Raccolti a rischio nelle campagne cuneesi per effetto dell’emergenza Coronavirus, che ha imposto restrizioni alla mobilità e chiusure dei confini anche verso l’Europa dell’Est, da dove arriva buona parte dei braccianti agricoli.
È l’allarme lanciato da Coldiretti Cuneo, che guarda agli oltre 10.000 lavoratori stagionali assunti ogni anno dalle aziende agricole della Granda, con una forte rappresentanza di rumeni, albanesi e macedoni, oltre che marocchini e indiani.
“Occorre subito una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire lo svolgimento dei lavori da parte di studenti e pensionati italiani – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo -. L’obiettivo è favorire la diffusione di uno strumento che ha dimostrato di produrre importanti effetti sulla nostra economia, favorendo l’occupazione e l’emersione del sommerso”.
In Provincia di Cuneo i voucher sono utilizzati soprattutto per la vendemmia e per la raccolta di frutta e verdura. Potrebbero beneficiarne circa 4.000 aziende agricole della Granda, generando almeno 8.000 posti di lavoro.
I voucher – ricorda Coldiretti Cuneo – sono stati introdotti per la prima volta in via sperimentale nel 2008 proprio in agricoltura, con la vendemmia, per le peculiarità dell’offerta di lavoro nelle campagne.
Negli anni successivi quello dei campi è stato l’unico settore rimasto legato all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito) e con gli accresciuti appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo e che ora, in una situazione di emergenza, vanno eliminati.
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