La città di Bra e il Liceo “Giolitti-Gandino” sono in lutto per la scomparsa del professore Riccardo Ferrero. Si è spento all’ospedale “Santo Spirito”, all’età di 75 anni, a causa di un male incurabile. Nativo di Canale, ma braidese d’adozione, dopo la Laurea a Roma e l’insegnamento alle Medie, scelse il Classico del Liceo cittadino. Fu insegnante di Storia e Filosofia. Ha lasciato la moglie, il figlio, la nuora, la zia Maria, un fratello, la cognata, i nipoti che (oggi pomeriggio) gli hanno dato l’ultimo saluto, in forma privata, al cimitero di Macellai di Pocapaglia. I famigliari hanno ringraziato i dottori Paola Geloso e Piero Busso, il personale medico e infermieristico del “Santo Spirito”, per le cure prestate.
Livio Berardo, ex assessore e consigliere comunale di Bra, già insegnante di Lettere al “Giolitti-Gandino” e presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, ricorda il collega Riccardo Ferrero con questa lettera: “Era il collega con cui trovavo maggiori affinità umanamente e professionalmente: la storia e la filosofia non sono forse state inventate dai greci? E molte figure e periodi della letteratura greca non coincidono con la storia della filosofia, per non parlare degli insegnamenti di metodo in campo storiografico di Tucidide, Polibio o Tacito? Ma con Riccardo condividevo anche l’amore per i libri (lascia una vasta biblioteca, destinata probabilmente al liceo) e per la storia d’oggi. Quando accadeva un evento che pareva epocale (ad esempio l’attentato alle Torri gemelle), Riccardo modificava i suoi programmi, per aiutare gli studenti a inquadrare il fatto, a ricercarne le radici storiche o ideologiche. Ci confrontavamo allora su queste operazioni didattiche, fatte di excursus e di parallelismi, che anch’io tentavo di compiere, sia pure con minore elasticità, per la natura delle materie insegnate. Benché da tempo avesse cessato di essere un obbligo, il prof. Ferrero dava spazio all’educazione civica. Era uno dei pochi docenti che venisse a scuola con il giornale, che considerava uno strumento di formazione e una fonte documentale, a patto che si imparasse a leggerlo criticamente. Di qui il confronto fra due o più testate, l’adesione alla campagna de La Stampa che regalava il quotidiano alle classi che ne facessero richiesta, in aggiunta o in sostituzione della quale (l’iniziativa promozionale di via Marenco a un certo punto cessò) stimolava l’acquisto da parte dei ragazzi di altri giornali. Riccardo ha dato un contributo fondamentale alla formazione di centinaia di studenti, che lo ricordano con gratitudine e affetto. L’emergenza del Coronavirus ha impedito a loro, come a noi ex colleghi, di rendergli l’ultimo omaggio e stringerci attorno alla famiglia. Per converso il medesimo flagello ha ridato dignità a due professioni, di quelle che don Lorenzo Milani avrebbe voluto esercitare, se non avesse scelto il sacerdozio, quella dei medici innanzi tutto, impegnati con i loro collaboratori in prima fila, con rischio della propria vita, a combattere l’epidemia, poi quella degli insegnanti, che cercano di salvare l’anno scolastico e aiutare gli studenti a non interrompere il prezioso percorso educativo. A questo compito, con la ricchezza della sua cultura, Riccardo non si sarebbe certo sottratto“.
Condoglianze ai famigliari dalla redazione di Ideawebtv.