Confagricoltura: la filiera agroalimentare piemontese lavora a pieno ritmo per il nostro cibo quotidiano

0
350

Nell’emergenza Coronavirus le imprese agricole continuano a lavorare, quotidianamente, per assicurare prodotti salubri, controllati e di qualità ai cittadini di tutto il Paese. “Gli agricoltori e soprattutto gli allevatori non si fermano mai. Gli animali – ricorda Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – devono essere accuditi quotidianamente, 365 giorni all’anno, e anche in questa circostanza il mondo delle campagne continua la sua attività, con maggior impegno e attenzione, per far sì che i rifornimenti alimentari vengano sempre assicurati. Stiamo registrando qualche difficoltà nel comparto lattiero caseario per un blocco immediato, dalla sera al mattino, degli ordinativi da parte della ristorazione collettiva, dei ristoranti e dei pubblici esercizi: con l’impegno di tutta la filiera cerchiamo di indirizzare la produzione verso altri sbocchi”.

Il Piemonte ha una popolazione di circa 4.376.000 abitanti, dei quali più della metà (2.282.000) nella Città Metropolitana, ex Provincia di Torino e 875.000 nella sola città di Torino.

Dalle elaborazioni dei nostri tecnici su dati Istat – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – rileviamo che ogni giorno i cittadini piemontesi consumano, tra l’altro, 1.105.000 chilogrammi di carne, 728.000 litri di latte, 2.720.000 uova, 3.670.000 chili di pomodori freschi e trasformati, 804.000 chili di frutta e 486.000 litri di vino, tutti prodotti che le imprese agricole, insieme a tantissimi artigiani del gusto e a un’industria di trasformazione alimentare tra le migliori al mondo, è impegnata a lavorare a pieno ritmo, rispettando rigorosamente tutti i protocolli in materia di igiene e di sicurezza sul lavoro, per contribuire a fornire cibo sicuro alle nostre famiglie”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia conclude con un appello. “Ci auguriamo che i cittadini, in questo particolare momento, vogliano indirizzare le loro scelte verso il prodotto italiano, per consumare specialità di alta qualità e per contribuire a sostenere tutta la filiera produttiva, commerciale e distributiva, nell’interesse del lavoro dell’economia generale della nazione”.

c.s.