Chiudono i Pronto Soccorso a minore accesso. Sono due in provincia di Cuneo: Bra e Ceva.
Questa la decisione presa dal responsabile del Settore Programmazione dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari Franco Ripa, dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, dal commissario dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, dal direttore alla Sanità Fabio Aimar, il vice-presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso.
Decisione presa per far fronte all’emergenza sanitaria in corso dovuta al Coronavirus, per quel che riguarda il territorio piemontese. Questo il testo del comunicato ufficiale: “Considerato lo stato emergenziale e l’esigenza di proseguire a riorganizzare il sistema di offerta e di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare a pazienti Covid, si dispone la sospensione dell’attività dei seguenti pronti soccorso\PPI: Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra, Ceva. I Direttori Generali devono provvedere subito a riorganizzare i percorsi e l’attività aziendale in coerenza con detta disposizione, liberando le risorse, secondo le necessità Covid, entro e non oltre 3 giorni dalla presente. Si richiede ai Direttori di dare ampia informazione alla popolazione, di non recarsi nei pronti soccorso oggetto di sospensione“.
Sulla chiusura del Pronto Soccorso braidese, il sindaco Gianni Fogliato e la Giunta hanno rilasciato questa dichiarazione congiunta: “Il sindaco e la Giunta comunale di Bra hanno appreso della notizia della imminente chiusura del Pronto Soccorso braidese questa sera, tramite una telefonata del direttore generale dell’ASL CN 2, e una successiva comunicazione indirizzata ai direttori generali delle ASR e al direttore Centrale Operativa 118, ma non per conoscenza ai sindaci dei Comuni coinvolti, che sta in questi minuti circolando sui social. Esprimiamo tutta la nostra contrarietà e la nostra sorpresa rispetto al metodo utilizzato dalla Giunta regionale per comunicare una decisione di così rilevante impatto sociale e sanitario, presa senza aver preliminarmente sentito i naturali interlocutori del territorio, ossia il sindaco e gli amministratori locali. Siamo consapevoli della situazione di estrema criticità che stiamo vivendo, ma questa scelta – nel cui merito adesso non ci pronunciamo in attesa di valutarne tutte le ripercussioni – non può calare come un macigno sulla nostra comunità (non solo quella della città di Bra, ma dell’intera area del braidese). Rimandiamo le nostre valutazioni dopo l’incontro che il sindaco, venerdì 20 marzo, avrà con il direttore generale della sanità locale“.