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Due sorelle di sangue ma anche di penna

Maria Carla e Anna Mantovani da un paio d’anni hanno intrapreso il duro, ma intrigante percorso di scrittrici. Appassionate di “fantasy” e fantascienza, si raccontano attraverso la “fiction”

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La fantasia non è sempre fuga dalla realtà. Gli universi che la no­stra immaginazione può esplorare, abitare, creare, a volte sono in grado di dirci moltissimo su noi stessi e sul mondo reale in cui ci muoviamo: così “Il signore degli anelli” può diventare la metafora di una vita ordinaria sconvolta dal destino; “Star trek” è in grado di farci sperimentare le potenzialità di una società aperta e multietnica; “La storia in­finita” riesce a insegnarci le difficoltà del passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Questo perché la letteratura (ma anche il cinema, la musica, il teatro…) è come un magico simulatore di realtà virtuale: dentro le storie possiamo immedesimarci, provare emozioni, sperimentare ruoli. Di più: maggiore è la di­stanza nello spazio e nel tempo, maggiore è la libertà dell’autore di parlare di temi complessi, controversi, attuali, mascherandoli attraverso il “genere” letterario.
Lo sanno bene Maria Carla e An­na Mantovani, sorelle di sangue e di penna, che da un paio d’anni hanno intrapreso il duro, ma intrigante percorso di scrittrici.
Da sempre appassionate di “fantasy” e di fantascienza, hanno deciso di raccontare il proprio punto di vista sul mondo attraverso la “fiction”, proiettando in un futuro lontano o in un mondo parallelo le proprie idee ed emozioni. Maria Carla ha esplorato le profondità dello spazio e le im­plicazioni etiche della tecnologia, con la sua saga “Fulcrum” (“Il fulcro dell’universo”, 2018; “Il fulcro della guerra”, 2020): un appassionato racconto corale, che intriga e offre numerosi spunti di riflessione.
Anna, invece, in “Equilibro-Le due chiese” (2018), ha immaginato che il nostro mondo, e in particolare Torino, sia lo scenario di una guerra segreta, quella fra angeli e demoni. Ne “La piaga del drago” (2020), invece, co­struisce un quadro di inaspettata attualità, fra creature fantastiche, futuri distopici e… un’epidemia da affrontare.
Per conoscere meglio gli universi immaginari eppure così reali di Maria Carla e Anna Mantovani, le abbiamo intervistate per i lettori della rivista “IDEA”.
Partiamo da te, Maria Carla, e dal dittico “Fulcrum”. Tutto è co­minciato un paio d’anni fa con “Il fulcro dell’universo”. Come lo racconteresti ai nostri lettori?
«“Il fulcro dell’universo” è una storia di lotte di potere, amore e ambizione. Ho immaginato un futuro in cui l’umanità sia progredita così tanto da poter viaggiare nello spazio grazie al “Ful­crum”, un elemento che si rivela una potente fonte di energia. Que­sto porta gli umani a entrare in contatto con il pianeta Areva, il cui popolo di alieni antropomorfi è stato messo in ginocchio dall’abuso di intelligenza artificiale. Sulla Terra questa rivelazione crea panico e paura verso la sperimentazione scientifica, portando la nascita di una sorta di “culto” che ha l’obiettivo di porre un freno alla scienza e di fare in modo che la sorte degli arevani non diventi quella degli umani. I personaggi si trovano su schieramenti opposti e il romanzo, in generale, ha una trama articolata e assai ricca di colpi di scena».
Da qualche giorno è uscito “Il fulcro della guerra”: cosa ci at­tende in questo nuovo capitolo? Ci sarà un futuro per la saga o dobbiamo ritenerla terminata?
«Il nuovo capitolo, come dice il titolo, parla della guerra. La vicenda parte da dove avevamo lasciato i personaggi alla fine del primo romanzo e analizza molto di più il rapporto tra umani e arevani, gli alieni già incontrati ne “Il fulcro dell’universo”. Ho cercato di dosare umorismo, azione e sentimenti e spero che i lettori apprezzeranno il finale della di­logia. Direi che il secondo libro è assolutamente una conclusione sotto tutti i punti di vista».
Come mai hai scelto il genere fantascientifico per ambientare le tue storie?
«Scrivere di un universo fantastico mi permette di parlare dei problemi della nostra società in modo più distaccato e generale. Inoltre mi piace scrivere di mondi in cui non ci sono discriminazioni di genere, di etnia o altro, quindi non rimaneva che il “fantasy” oppure la fantascienza. Questo secondo àmbito mi di­verte di più, anche perché mi piace pensare a innovazioni ve­rosimili in un prossimo (ma non troppo) futuro».
Passiamo a te, Anna, e al tuo primo romanzo, “Le due chiese”, della saga “Equilibrio”: una storia ambientata a Torino, fra magia, esoterismo e mistero…
«La storia parte dall’idea che ci sia un ufficio statale preposto a preservare l’equilibrio tra angeli e demoni, i quali cercano, gli uni contro gli altri, di conquistare il mondo. In questa cornice, una serie di omicidi all’interno delle due chiese citate nel titolo, quella cattolica e quella satanista, ri­schia di minare la fragile tregua. Il romanzo ha la trama di un giallo, con i protagonisti che indagano per scoprire chi sia il “killer”, ma ci sono anche un bel po’ di “fantasy” e un pizzico di satira sulla società italiana».
Da poco possiamo leggere anche “La piaga del drago”, di ambientazione post-apocalittica. Di cosa si tratta?
«“La piaga del drago” è un ro­manzo distopico, tra “fantasy” e fantascienza. In questo romanzo, degli scienziati hanno trovato delle uova di drago che si sono schiuse. Il contatto con questi animali però ha portato una pandemia letale che ha ucciso milioni di persone e ha trasformato i pochi sopravvissuti in mostri co­perti di squame. All’inizio della storia una giovane dottoressa incappa in modo del tutto casuale in una donna anziana il cui sangue contiene gli anticorpi per un vaccino: le due sono costrette alla fuga, braccate dalla Polizia me­dica che si occupa di dare la caccia ai sopravvissuti e contenere i contagi…».
Le tue ambientazioni si caratterizzano per un “mix” vincente fra realtà e fantasia. Qual è il motivo di questa scelta?
«Sono sempre stata attratta dal mondo del fantastico, sia “fantasy” che di fantascienza, quindi mi ritrovo spesso a immaginare dei retroscena inspiegabili dietro alla realtà quotidiana».

Due vite parallele unificate dalla letteratura

Maria Carla Mantovani è nata a Torino, dove si è laureata in “International management” e vive a Sommariva del Bosco. Insegna economia negli i­stituti secondari della provincia di Cuneo. Il suo primo romanzo, “Il fulcro dell’universo” (2018), ha inaugurato la saga “Fulcrum”, culminata nel 2020 con l’epilogo “Il fulcro della guerra”.
Anna Mantovani è nata a Torino e vive a Moncalieri. Lavora nel settore ferroviario ed è laureata in ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione. Insieme a Dario Armenio nel 2010 ha fondato i “Sedona”, un duo musicale “electropop”, con cui nel 2018 ha pubblicato l’album “Verba ma­nent”. Nel 2018 ha esordito in libreria con “Equilibrio-Le due chiese”, mentre nel 2020 ha pubblicato “La piaga del drago”.
Maria Carla e Anna gestiscono insieme il blog letterario “The Manto­vanis”, nel quale pubblicano articoli, recensioni e riflessioni su libri, cinema e serie televisive.