Come comunicato ieri dalla Regione Piemonte, sono 170 i casi accertati di contagio da Coronavirus in Provincia di Cuneo (dato aggiornato alla serata del 18 marzo).
Un numero che inizia a farsi significativo, con una netta predominanza dell’Asl CN1, che registra ben 120 casi, contro i 50 casi dell’Asl CN2, che rappresenta però un territorio meno ampio. Ma come sono distribuiti questi casi?
Tanti casi, ma non tutti dichiarati
Ciò che è importante constatare, però, è che dei 170 casi accertati dalla Regione Piemonte, poco più della metà sono stati resi noti dai Sindaci dei rispettivi comuni, per le più diverse ragioni: dalla volontà di non allarmare la popolazione al desiderio di mantenere la privacy dei coinvolti, che nella maggior parte dei casi non sono ospedalizzati ma stanno affrontando la positività al Covid-19 tra le mura domestiche.
Ad oggi, infatti, sono 70 i pazienti in cura in ospedale: poco più del 41% del totale dei contagiati. Ribaltando la medaglia, quindi, e leggendone l’altra faccia, significa che il 59% si sta curando a domicilio, con un quadro clinico meno complesso.
Le sette sorelle: Alba, i dati in crescita nelle ultime ore
Partendo da un quadro globale relativo alle grandi città, è Alba ad oggi la più colpita tra le sette sorelle, almeno stando ai dati ufficiali: 10 casi, in grande crescita nelle ultime ore. Va però detto che è verosimile immaginare diversi casi a Cuneo, città più grande e “capofila” dell’Asl CN1, che è appunto la più colpita. Per scelta, però, il capoluogo di Provincia ha scelto di non annunciare i singoli casi.
Immune, al momento, Saluzzo, dove si contano solo 2 casi in isolamento fiduciario, mentre Bra ha già toccato ieri sera quota 6. 3 casi a Savigliano e 3 a Fossano, con il sindaco Dario Tallone che ha inasprito nelle ultime ore le misure di prevenzione.
Zero casi anche a Mondovì, almeno stando ai dati dichiarati, ma non mancano i contagi distribuiti nel monregalese, da Ceva ai più recenti di Roccaforte Mondovì.
Marene “maglia nera”. Nel Saluzzese invece i casi sono distribuiti
E’ drammaticamente Marene la “maglia nera” del contagio, con i suoi 13 casi accertati al pomeriggio di ieri. Marene che, come abbiamo sottolineato nelle scorse ore sulle pagine online di Ideawebtv.it, ora rischia seriamente di essere messa in quarantena totale, proprio come accaduto a Codogno e ad altri dieci comuni del Lodigiano a fine febbraio.
Poco distante geograficamente da Marene c’è Centallo, che conta sei casi, tanti per una piccola cittadina, ma perlopiù rappresentati da operatori sanitari contagiati durante il loro lavoro. Di questi, solo uno è ospedalizzato e comunque non in gravi condizioni, ma il sindaco Pino Chiavassa ha ormai aperto una vera e propria battaglia contro i runner ed i “passeggiatori dei cani”, che non smettono di invadere le strade centallesi.
Molto distribuito, invece, il contagio nel Saluzzese: si va dai cinque casi di Busca, che ha già dovuto drammaticamente annunciare la morte di due cittadini nei giorni scorsi, ai casi di Piasco, Brossasco e Costigliole Saluzzo, oltre ai casi di isolamento volontario (non sono contagi!) a Saluzzo e Revello.
Tra le altre città colpite, sicuramente Santo Stefano Belbo (6) e Boves, dove il sindaco Paoletti ha alzato i toni dopo aver annunciato il quarto caso, parlando di piano “B come Bara” per tutti i trasgressori delle normative ministeriali e municipali.
I deceduti: sette casi dall’inizio della pandemia
Sono sette, ad oggi, le vittime che la provincia di Cuneo ha pianto e piangerà quando tutto questo, si spera, sarà finito. Due i residenti a Busca, che vanta il poco invidiabile primato della prima vittima: un 68enne, che aprì l’elenco dei decessi già a inizio marzo.
Quindi, due abitanti di Borgo San Dalmazzo, uno di Caraglio, uno di Peveragno ed uno di La Morra, unico caso al momento nel distretto dell’Asl CN2.
Va detto che si tratta di pazienti che già presentavano un quadro clinico delicato ed in alcune circostanze addirittura compromesso. Età media? Circa 82 anni, poco sopra il dato medio nazionale.
Persone anziane, sì, ma occhio a pensare che le statistiche diano delle sentenze di tranquillità, come abbiamo ricordato qui.