I giorni dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 sono anche storie: racconti, sensazioni, gesti, pezzi di vita di persone che un giorno potranno dire “io c’ero, ed ero in prima linea, con quello che ho potuto fare”. Se è vero che il tempo è un gran signore, lo scorrere dei mesi e degli anni renderà probabilmente merito ai tanti che, in queste settimane, hanno potuto (e voluto) mettersi a disposizione della propria collettività: prendendosi un certo grado di rischio di fronte a un male che -per ora- non lascia nessuno potenzialmente immune, ma anche coniugando in prima persona il verbo “servire”.
Persone, con l’iniziale maiuscola: sindaci, amministratori, ma anche gente “normale” che ha voluto essere presente con i propri minuti e mezzi, e con la propria esperienza. Così in Italia, così nel Roero.
Abbiamo allora cercato di fermarlo, questo tempo: fissandolo nei pensieri e nelle testimonianze raccolte a caldo, spesso in corso d’opera, di alcune di queste forze in campo. Per andare oltre le -sempre utilissime, fondamentali- comunicazioni ufficiali, cercando stavolta di entrare per qualche istante in questa nuova quotidianità che il Coronavirus ha generato. E che, si spera, possa essere superata dalla rinnovata normalità: questo, ovviamente, non dipende da nessuno di noi.
Ma con le buone intenzioni, i buoni atti, e la buona cronaca, si può già ragionare sulle basi per l’avvenire.
CANALE – Solidarietà, Fede e responsabilità
Canale a tutto campo, su differenti fronti, nell’emergenza sanitaria collegata al Coronavirus: per una cittadina che si sta trovando unita a livello di forze consiliari, persone, mondo del volontariato. Ad esempio, con la stessa attività di recapito dei generi alimentari
Già, i volontari: anche quelli del Var, l’Ambulanza Roero, che martedì si sono visti recapitare un ozonizzatore per sanificare ambulanze e mezzi dei propri locali, giunto grazie alla generosità dei borghigiani di Madonna dei Cavalli. «A loro va un “grazie” di cuore -dice Edoardo Trucco, tra gli esponenti di punta del sodalizio diretto da Annamaria Nuzzi- perché si tratta di un’attrezzatura utilissima. Un bel gesto di sensibilità per noi, che continuiamo la nostra opera, nonostante tutto: sarà difficile, ma tutti assieme siamo una forza. Ci rialzeremo, tutti».
Un’impressione, dal municipio: quella del sindaco Enrico Faccenda, che non usa mezzi termini per appellarsi alla popolazione: «Dobbiamo essere responsabili: se noi o un nostro familiare presentiamo sintomi come tosse o febbre, tutti i componenti della famiglia non devono uscire per alcun motivo, finché non è chiarita la situazione. Se siete nel dubbio, pensate che da un comportamento sbagliato possono morire un genitore, un parente, un figlio, o comunque un innocente. E poi, pensate a cosa fare».
Forse perché alcuni non avevano compreso come la liturgia si sarebbe tenuta alla presenza del solo clero, e la scorta del maresciallo Angelo Cortellessa assieme al “civich” Giorgio Vezza, alla vigilia c’era stato chi si era stracciato le vesti e aveva gridato al reato, talvolta richiedendo addirittura l’attenzione del presidente regionale Alberto Cirio. La verità è che la processione c’è stata, benedicendo l’intero abitato passando di fronte di casa in casa, ed è stata apprezzata da tutta la comunità locale: un segno di fede, religiosità, speranza per le famiglie, e per molti che attualmente si trovano da soli in casa. Complimenti a don Eligio, di cuore, per questa bellissima intuizione.
(Paolo Destefanis)
Covid-19, viaggio tra esperienze di vita nel Roero. PRIOCCA: “Vorremmo abbracciare tutti”