IDEA n.13 del 2 aprile 2020
La fossanese Elisa Muriale è reduce dalla bella esperienza nella fiction di Raiuno, “Il paradiso delle signore” nei panni di Enza Sampò a 20 anni
«Elisa, lo sa che Enza Sampò, la conduttrice che ha interpretato nella “fiction” Rai “Il paradiso delle signore” ha dichiarato in una intervista per questo stesso numero di IDEA: “è stata brava, ma lei è molto più bella di me”?».
Inizia con il più inusuale degli “autospoiler” l’intervista ad Elisa Muriale, una fossanese più determinata che bella, e certo non perché le faccia difetto l’avvenenza. Una ragazza abituata a mettersi in gioco con un percorso in ambito artistico appena iniziato e che, a nemmeno 25 anni, è ancora tutto da indirizzare. «In quell’epoca lì», commenta Elisa, riferendosi agli anni ’60 e in risposta alla benevole dichiarazione iniziale di Enza Sampò «le donne avevano un fascino che purtroppo ora non abbiamo più, altroché».
Partiamo da lì. Elisa, “Il paradiso delle signore” è sta ta la sua prima “fiction”, mentre al cinema ha già preso parte a più film. Fa molta differenza per chi recita?
«Girare per un film è del tutto diverso: i tempi si allungano. Nella “fiction”, invece, i tempi sono molto più corti, e quasi sempre è buona la prima; ci sono varie telecamere che riprendono contemporaneamente. Bisogna essere bravi subito, e questa è una grande scuola per me. Ho cercato di dare il massimo, mi sono divertita molto. Chiaro che guardandomi dopo, avrei modificato qualcosa, però questo è il percorso di crescita: potersi vedere in tv, tornare sul set e recitare aggiungendo quegli accorgimenti di cui ti puoi rendere conto solo osservando quello che hai fatto».
Nel suo percorso c’è anche la partecipazione a Miss Italia. Che ricordi ha?
«È stata una bella esperienza. Io puntavo alla fascia di Miss cinema, ma purtroppo non l’ho vinta. Sono però arrivata alla serata finale in tv, come unica piemontese, con la fascia di Miss Pie monte. Non è stata l’unica mia partecipazione a concorsi di bellezza. Tra tutti, il più importante per me è stato il concorso nazionale “Una ragazza per il cinema”, che invece ho vinto, tra 141 ragazze provenienti da tutta Italia, nel 2013. Miss Italia è stata una parentesi bellissima, che rifarei, ma l’ho vissuta più dal punto di vista tecnico: essere in una trasmissione televisiva vedere la regia che si muove attorno… questa è stata la parte interessante. Un domani non mi dispiacerebbe intraprendere una carriera da regista: mi piace tutto di questo ambiente».
E poi c’è Miss Universe Piemonte, vissuto però da presentatrice e organizzatrice…
«È stato bello anche il clima che si è creato con le ragazze partecipanti, siamo ancora in contatto, ci seguiamo a vicenda, facciamo anche alcune cose insieme. Quando si trattava di pianificare la prossima edizione, ero a Roma, poi a causa dell’emergenza sanitaria non se n’è fatto più nulla…».
A proposito, come vive la pandemia e la quarantena?
«Qualche settimana fa sono stata influenzata quindi ho avuto un po’ paura, ma ormai sono passati più di quindici giorni da allora. Quando ancora non si capiva la portata del virus vedevo persone molto allarmate, quindi anche sui social avevo cercato di invitare alla calma e detto di seguire quel che ci veniva indicato dalle autorità, aspettando le loro direttive.
Ora che la situazione è più chiara, mi dispiace molto per quello che sta accadendo. Io e la mia famiglia stiamo bene, ma conosco persone che hanno avuto problemi. Per fortuna ne sono uscite. Spero che si possa superare il prima possibile. Io approfitto della quarantena perché nell’ultimo anno e mezzo sono mai stata a casa, quindi recupero un po’ di rapporti personali, di tempo in famiglia.
Però non mi fermo neanche quando sto a casa. Sto studiando, mi porto avanti su ciò che posso, preparandomi a ripartire alla grande. Sperando che lo si possa fare presto».
Riassumendo: la pandemia la preoccupa ma non la stoppa. È sempre stata così determinata?
«La determinazione mi è mai mancata. Anche quando giocavo a pallavolo era così: giocavo e volevo diventare una campionessa. Poi ho smesso perché mi sono infortunata. Con il mondo della bellezza è tutto iniziato per gioco. Non mi sono mai sentita una “miss”, anzi: sono sempre stata un po’ un maschiaccio. Però sì, quando faccio le cose le devo fare bene, altrimenti non le faccio. È un peccato farle male. Questo significa anche investire del tempo, fare dei sacrifici per niente».
Guardando “avanti poco”, ovvero nel futuro prossimo, cosa aspira a fare?
«Non mi dispiacerebbe continuare questo percorso iniziato con Enza Sampò».
Nel senso che gradirebbe prendere parte a un’altra stagione della “fiction”?
«Sì, perché no… Mi piacerebbe tornare alla “ficiton” nei panni di Enza Sampò e interpretarla ancora meglio. Ma ho anche altri progetti. Per esempio, mi piacerebbe interpretare ruoli di personaggi non realmente esistiti, in cui possa utilizzare di più la mia creatività».
LA PRIORITÀ ADESSO? LA RECITAZIONE
Modella, indossatrice, presentatrice, organizzatrice di eventi, attrice. Quale “specializzazione” conta di far prevalere da qui in avanti?
«Diciamo che sto puntando al premio alla carriera (ride). Sto cercando di fare più cose possibile nella mia vita, perché saper fare tutto è importante per imparare il mestiere dell’attore. Ho studiato prima musical, ho fatto danza, pianoforte. Mi occupo tutt’ora di organizzare eventi, sono presentatrice e conduttrice e questa forse è stata anche una chiave che mi ha fatto scegliere per la parte di Enza Sampò.
Ora vorrei puntare di più sull’aspetto recitativo e su quello che riguarda i video e le produzioni videografiche, compresa la regia. In questo momento, per esempio, frequento l’accademia di doppiaggio» Quindi sta ancora studiando? «Certo, non si finisce mai di studiare! Frequentando l’accademia di recitazione teatrale, “Sergio Tofano” ho sperimentato molte cose, come la recitazione microfonica, doppiaggio cinematografico, la commedia dell’arte, continuando sempre anche danza e canto.
Le due materie in cui mi trovavo meglio erano recitazione micro e cinematografica. Il mio maestro di micro mi ha detto: “È vero che le tue parole devono seguire il labiale, però si parla con gli occhi, tu devi parlare rispecchiando gli occhi dell’attore”.
Questa cosa mi è sempre piaciuta molto. Ho deciso di continuare gli studi con questa accademia di doppiaggio per imparare a parlare bene, anche durante il pianto o scene di rabbia o riso. Sono al secondo anno, avrei dovuto avere un esame adesso, ma si sposterà tutto in autunno.
Il prossimo anno, che è l’ultimo di doppiaggio, voglio seguire anche dei corsi su Roma di recitazione cinematografica. Nella capitale, proprio sul set di “Il “paradiso delle signore” ho vissuto un’esperienza davvero entusiasmante». Quanto è durata la sua permanenza sul set? «Un mese e mezzo da quando sono arrivata a Roma.
Ho saputo del ruolo il 21 dicembre, il giorno del mio compleanno, e subito dopo le vacanze natalizie sono scesa nella capitale. È stato bellissimo perché c’era un vero e proprio villaggio costruito per la fiction. È stata la mia prima vera esperienza di questo tipo e, a essere sinceri, le prime volte ero molto tesa e agitata. Rispetto agli attori che hanno più esperienza, mi manca un po’ quella parte della recitazione davanti alla macchina da presa, la capacità di catturare l’obiettivo, di essere naturale sapendo che c’è qualcuno che ti guarda da fuori. Questo è un aspetto che mi manca e che voglio approfondire»