L’emergenza generata dal Covid-19 sta generando forte apprensione nel comparto frutticolo cuneese e piemontese. Le cause sono da ricondurre essenzialmente alle difficoltà di mercato e alla carenza di manodopera, fattori questi che stanno preoccupando non poco le aziende di un settore già da anni in evidente difficoltà e vessato da fattori quali vendite sottocosto, squilibri nella filiera, concorrenza globale senza regole omogenee tra i vari Paesi e un sistema assicurativo da rivedere.
“Al di là degli aspetti più squisitamente di mercato e di competitività del comparto, comunque prioritari e da affrontare con urgenza, e la necessità di trovare sistemi snelli ed efficaci per l’assunzione di manodopera da impiegare nelle raccolte, di qui a poco si porrà nuovamente in maniera altrettanto impellente la questione della sistemazione dei lavoratori stagionali, specie nei comuni del Saluzzese, facendo emergere ancora di più, vista la situazione legata al Coronavirus, problematiche sul fronte sanitario e su quello sociale”, dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo.
A questo proposito la Confagricoltura provinciale già a inizio anno, molto prima dell’emergenza sanitaria, ha avanzato alla Regione Piemonte, in particolare agli assessorati all’Agricoltura, alla Sanità e alle Politiche Sociali, una proposta per creare un percorso sperimentale virtuoso volto a rafforzare il sistema frutticolo del Saluzzese, negli ultimi anni al centro di un acceso dibattito sulla gestione dei lavoratori stagionali. L’idea è stata accolta con interesse dagli assessorati regionali a cui è stata sottoposta ed è tuttora al vaglio dell’ente guidato dal presidente Alberto Cirio.
“Desideriamo sostanzialmente favorire sempre più la sistemazione della manodopera stagionale presso le aziende datoriali – precisa Allasia –; l’emergenza sanitaria in atto imporrà infatti norme ancora più stringenti per il ricovero abitativo degli stagionali ed è probabile che possa esserci carenza di posti. Le aziende saranno dunque maggiormente coinvolte nella ricerca di nuove soluzioni, ma per far ciò è necessario metterle in condizione di dare questo sostegno, attraverso incentivi nell’offerta di soluzioni abitative per i lavoratori stagionali”.
“L’idea più profonda che anima l’iniziativa è tuttavia quella di contribuire a creare una sorta di distretto della frutticoltura sostenibile e garantita sotto tutti i punti di vista che, partendo dal Saluzzese, possa diventare un mezzo di promozione, attraverso un marchio di qualità, di una filiera regionale fondata sul rispetto degli operatori che intervengono nel ciclo produttivo e dell’ambiente – dichiara Marco Bruna, responsabile Confagricoltura della zona di Saluzzo e Savigliano –. Questo attraverso lo sviluppo di una rete professionale di imprese sempre più attente alla salvaguardia delle condizioni di vita e di lavoro degli addetti del settore agricolo, all’ambiente e al risparmio energetico. Il tutto coinvolgendo maggiormente le aziende nel miglioramento dell’offerta di soluzioni abitative”.
Con un fatturato di oltre 380 milioni di euro, una superficie coltivata di 12.000 ettari e oltre 4.500 aziende, la provincia di Cuneo mantiene il primato del comparto frutticolo in Piemonte. Il Saluzzese è l’area della Granda e di tutta la regione dov’è concentrata la maggior parte delle aziende agricole che producono mele, pesche, kiwi, ma anche piccoli frutti e nuove colture.